Pare che il concetto di contenuti generati dagli utenti, ed in particolare di video generati dagli utenti, sia definitivamente passato nell’uso comune della gente. In principio fu il Reporter Diffuso di Sky, condotto da Marco Montemagno, non a caso officiante del benvenuto di Sky al nuovo partner, Current Tv in quel di Roma all’inizio di maggio.
Da allora, forse anche approfittando del notevole sforzo di comunicazione compiuto dalla web-tv di Al Gore, l’attenzione verso il citizen journalism si è diffusa a macchia d’olio. Da youtube che ha aperto un proprio canale dedicato (non solo per l’Italia, certo), passando per il programma sul mondo della scuola di Minoli, Citizen Report, e per finire con il TG1, che annuncia dal suo nuovo sito di voler utilizzare anche video inviati dagli ascoltatori. Che quindi non saranno più solo ascoltatori.
Tutto un fermento di moderni inviati speciali dalle vie del quartiere, in attesa del colpo di fortuna, essere lì al posto giusto, al momento giusto.
Quando nel settembre 2007 parlavo di web tv, in uno dei miei primi articoli per Appunti Digitali, dicevo che ancora non era stato individuato in maniera chiara, il nuovo modo di fare comunicazione, che integrasse realmente le possibilità di interazione del web, con quelle di fruizione per immagini della televisione.
Il citizen journalism è un passo in avanti, ma aspetterei a dire che quello è certamente il futuro. Dobbiamo ancora renderci conto non solo di quante persone effettivamente saranno interessate a produrre video, ma anche di quante siano capaci di farlo in maniera semi-professionale. Ed infine di che tipo di riscontro avranno gli user generated video in termini di apprezzamento da parte di chi poi li deve guardare.
E voi, cosa preferite, un servizio video realizzato da professionisti, o la spontaneità delle riprese dei citizen journalist?
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