Il Regno Unito è noto per essere uno dei Paesi europei col più alto livello di penetrazione della banda larga e, in generale, una cultura dell’innovazione davvero invidiabile, nonostante sia notoriamente geloso delle proprie tradizioni e della propria identità.
È a mio avviso davvero interessante l’idea del Primo Ministro Gordon Brown di utilizzare l’esistente canale di Downing Street su YouTube per rispondere alle domande poste dagli internauti.
L’amministrazione Britannica non è nuova ad approcci diretti e tecnologici con i cittadini, dato che da tempo ha attivo un canale su Twitter aggiornato costantemente più volte al giorno che informa gli iscritti degli spostamenti del PM, distillando estratti dai suoi discorsi in tempo reale e rispondendo ad alcune domande poste via Twitter dalle persone.
Ora il dialogo parrebbe allargarsi anche al video, gli utenti potranno infatti inviare le loro domande al PM, il quale risponderà, a sua volta in video, su YouTube. Per ora si tratta di un esperimento, le domande potranno essere sottoposte solo fino al 21 giugno e Brown risponderà alle più votate dagli utenti, ma l’idea del PM è quella di trasformare questa iniziativa in una regola stabile.
Un esperimento simile è stato tentato anche in Italia (come aveva raccontato Markingegno), con il progetto 10 domande ai candidati premier delle scorse politiche. Pochi avevano partecipato (quasi tutti i volti più o meno noti della blogosfera italica) e pochi avevano risposto.
Penso che le nuove tecnologie offrano l’opportunità unica di mettere in contatto in modo immediato più persone tra loro, cogliere ciò e connettere soggetti solitamente così distanti, come un cittadino e il suo Primo Ministro, ritengo sia un ottimo segnale di attenzione verso gli elettori. È chiaro che per non essere mera demagogia, le sollecitazioni provenienti “dal basso” devono poi essere ascoltate e metabolizzate in modo sincero, anche perché, come noto, la rete è in grado di smascherare molto in fretta tentativi di manipolazione.