Da gennaio 2008 Gmail passa a 6 Gigabyte, e ogni giorno aggiungerà 3,3 Mb. Il colpo arriva a pochi giorni dall’accusa di Ballmer a Google di invadere la privacy degli utenti del servizio di posta: Mountain View sembra rispondere “si, leggiamo la posta delle persone, l’abbiamo detto da subito, e anzi cerchiamo di leggerne sempre di più e di attrarne di nuova”. Insomma, Gmail funziona, Google ci crede e lo spazio aumenta. Io – per carità – sono contento, giacché uso alcune caselle come backup, tramite degli script che ogni notte replicano i database via posta. Magari meno contenta è Microsoft o altri fornitori concorrenti di servizi postali extra-large.
Il fatto è che evidentemente lo storage a Google non costa molto: gli utenti del servizio sono veramente tanti in tutto il mondo, e passare da circa 3 a 6 GB significa raddoppiare lo spazio, o se vogliamo dimezzare il numero di utenti sulla stessa unità disco (semplificando parlerò di unità disco, ovviamente loro avranno delle S.A.N. o cose ancora più estreme). Si sa praticamente per certo che fanno “overbooking” ovvero contano sul fatto che la maggior parte degli utenti usa una quantità di spazio risibile, ma la verità è che invece c’è tanta gente che lo spazio Gmail l’ha finito. Non ne conosco di persona, ma è una cosa che ho già letto più volte (specie negli Stati Uniti); tanto è vero che hanno creato dei piani extra a pagamento con capacità astronomiche di 25GB.
Se quindi ci dimostrano ogni volta di più che lo spazio-disco a loro costa così poco, cosa aspettano a lanciare il fantomatico Gdrive, un servizio di disco remoto dove gli utenti possono caricare i loro file senza inventarsi giri strani attraverso Gmail? magari con un sincronizzatore di cartelle? perché tutto lo spazio si concentra sul servizio di posta? a parte l’ovvia considerazione iniziale non riesco a darmi una risposta.