I fedeli di tutto il mondo non abbiano paura della Furia divina se, colti da curiosità, si troveranno a scrutare i cieli, alla ricerca di sconosciute e più evolute forme di vita.
Non è peccato dunque sospettare o sperare nell’esistenza di vita extraterrestre. José Gabriel Funes, che è a capo della Specola Vaticana, nonché consigliere scientifico del Papa, spiega che in un Universo tanto grande non è possibile escludere la presenza di alieni e che escluderlo a priori significherebbe porre dei limiti alla “libertà creatrice di Dio“.
Aggiunge che eventuali civiltà aliene, definite “fratelli” dal frate gesuita, potrebbero essere rimaste in sintonia con Dio a differenza di noi, questo condurrebbe la razza umana al ruolo di pecorella smarrita dell’Universo.
Sempre all’interno della stessa intervista Josè Gabriel commenta anche l’eterna lotta tra religione e scienza. Queste pur con evitabili attriti non devono accanirsi l’una contro l’altra poiché non sarebbero in contrapposizione, infatti, secondo il frate, mentre la scienza si occupa di spiegare il come delle cose, la religione ne spiega il perché.
Sul finale però si riprende attaccando i neocreazionisti, convinti questi che la Genesi debba essere presa alla lettera. Negando le teorie sul Big Bang e e l’evoluzionismo, arrivano persino a imporre questa loro convinzione nelle scuole di alcuni Stati degli USA.
Le prove astronomiche che smentiscono i creazionisti sono evidentissime, dice, ma questo non significa che dietro al Big Bang non ci sia una volontà creatrice, poiché niente e nessuno è figlio del caso.