Dopo la pausa estiva riprendiamo il discorso precedentemente interrotto sull’analisi dei consumi del Settore Industriale, andando quest’oggi ad esaminare i valori del periodo 2000-2009 in modo da avere un quadro completo dell’andamento dei consumi per tale settore.
Ricordando che il settore industriale concorre (al 2009) per il 43% dei consumi totali mentre nel 2000 questo valore era del 53% (su un valore complessivo superiore) e che tale settore si suddivide in due macro-aree, il settore manifatturiero di base ed il settore manifatturiero non di base, possiamo vedere l’andamento assoluto di queste macro-aree negli ultimi dieci anni:
In termini complessivi, sommando il manifatturiero di base ed il manifatturiero non di base si ha:
Dal primo dei due diagrammi si può vedere come il manifatturiero di base (comprendente l’industria Siderurgica, Chimica, Materiali da Costruzione, Cartaria, ecc.) presenti consumi sempre superiori al manifatturiero non di base (Alimentare, Tessile, ecc.), anche se con la tendenza quasi costante all’avvicinamento.
Le considerazioni che si possono fare sono molteplici e controverse, ma facendo attenzione agli andamenti delle due macro-aree si comprende come da una parte il manifatturiero di base abbia perlopiù oscillato, mentre il manifatturiero non di base sia cresciuto costantemente in modo da compensare sul valore assoluto del settore industriale durante gli anni 2002-2005 e poi abbia contribuito, insieme alla ripresa dei consumi del manifatturiero di base, al valore massimo del 2006.
Successivamente al 2006 l’andamento dei consumi ha mostrato un declino piuttosto marcato nel 2009.
Per evitare diagrammi costituiti da un numero eccessivo di curve, esaminiamo le voci principali costituenti l’area manifatturiera di base:
Analogamente per il manifatturiero non di base:
Dai diagrammi si può valutare come quasi tutte le aree esaminate presentino delle contrazioni dei consumi, sia per quanto riguarda settori importanti dell’industria come la Siderurgia, la Meccanica e la Chimica, che per settori “storici” del “made in Italy” quali il “Tessile, Abbigliamento e Calzature“.
Appare invece particolarmente interessante la voce “Energia ed Acqua” che procede controcorrente, indicatore di un sempre crescente bisogno di tali risorse pur in un contesto di frenata dei consumi industriali.
Proprio riguardo i consumi di quest’area, appare interessante esaminare le singole voci che la compongono:
Energia ed acqua
- Estrazione Combustibili
- Raffinerie e Cokerie
- Elettricità e gas
- Acquedotti
L’andamento di queste voci tra il 2000 ed il 2009 è rappresentato nel seguente diagramma:
Dall’analisi del grafico si nota come in termini puramente numerici la voce “Estrazione Combustibili” sia poco influente ed apparentemente invariata nel decennio (più per motivi di scala), ma bisogna evidenziare che dal 2000 al 2009 essa è passata da un valore pari a 219 GWh a 392 GWh, con una punta di 400 GWh nel 2008.
La voce “Raffinerie e Cokerie” è cresciuta percentualmente grossomodo dello stesso ordine di grandezza della precedente, passando da 4453 GWh a 5979 GWh, con una punta di 5999 GWh nel 2008.
Per quanto riguarda “Elettricità e gas” invece si è assistito ad un costante aumento senza “massimi intermedi” mentre per gli “Acquedotti” si è assistito ad una crescita inferiore con un massimo collocato al 2007, ma per tale settore è più probabile una riduzione dei consumi non tanto in funzione di una minore richiesta bensì di un miglioramento delle apparecchiature (pompe) utilizzate e delle infrastrutture di trasporto dell’acqua.
Dai dati sopra esposti si individua chiaramente l’influsso della crisi economica degli ultimi anni sull’Industria, con pesanti ripercussioni sul consumo, contrazione la quale, aldilà di benefici in termini di minore impatto ambientale generato, è segno evidente della crisi del settore mentre settori come quelli legati alla produzione e raffinazione stessa dei combustibili, nonostante si tratti di un settore nel quale può essere presente una autoproduzione di energia elettrica, presentano ugualmente una crescita indicatore di come tali prodotti risentano siano primari e risentano pertanto in maniera meno forte della crisi.
Queste e molte altre considerazioni e discussioni sono possibili, pertanto invito i lettori a partecipare nei commenti con le proprie riflessione… e con questo anche per oggi è tutto, vi rinnovo l’appuntamento alla prossima settimana, sempre su AppuntiDigitali, sempre con la rubrica Energia e Futuro.