Qualche settimana fa si è consumato quello che a mio avviso rappresenta il vero, inevitabile funerale del mitico Duke Nukem. Vero perché finché il gioco non era fuori, c’era margine per una speranza, per quanto flebile, che rappresentasse un degno erede del mitico Duke 3D. Inevitabile perché proprio quella lunghissima attesa aveva portato le aspettative a un livello tale da rendere estremamente improbabile il loro raggiungimento. C’è però un altro, più prosaico motivo.
Chi ha ereditato da 3D Realms il compito di sviluppare l’ormai fantomatico sequel di Duke, sapeva di avere una sola, ottima cartuccia da sparare: un gioco che milioni di persone avrebbero visto con benevolenza per l’effetto della nostalgia e dell’attesa e acquistato perlopiù indipendentemente dalle recensioni.
Se fu la ricerca della pietra filosofale videoludica a prolungare all’infinito i piani di sviluppo di 3D Realms fino ad esaurirne la reputazione, Gearbox è partita da una constatazione opposta: consegniamo il gioco in tempi celeri, la fama di Duke farà il resto.
In altre parole laddove 3D Realms – la cui incapacità non desidero assolutamente assolvere, beninteso – diresse sforzi enormi nella missione impossibile di sviluppare in provetta un miracolo videoludico, Gearbox ha monetizzato la potenza del franchise con un’operazione che, sono convinto, avrà economicamente senso.
Inevitabilmente il Duke che vediamo in DNF è non tanto la parodia di se stesso quanto la sua copia di bassa qualità. La personalità, lo stile, lo humor del primo duca stanno a quelle di DNF come un orologio di marca sta alla sua imitazione da 5€: si capisce al primo sguardo che chi l’ha realizzata pensava bastasse appiccicare un logo su una qualsiasi cipolla per fare un prodotto che la gente ha voglia di indossare.
Nel caso di DNF non è la stupidità degli utenti a giustificare le vendite, ma la nostalgia. È la speranza, prolungata ancora di qualche decina di Euro – un’inezia dopo 15 anni di attesa – di trovare in quel titolo qualcosa che riporti alla mente i fasti dei bei tempi passati. Inutile dire che l’unico, vero, inimitabile Duke rimane quello visto e conosciuto in Duke 3D, 15 anni or sono. Quello che ha vagato come un fantasma nella memoria di milioni di giocatori per tre lustri. Quello che, salvo improbabili sequel di DNF, da qualche giorno a questa parte, riposa finalmente in pace.
Sempre pronto, beninteso, a farsi riesumare con l’aiuto del fido DOSBox!
Vi saluto con una completa retrospettiva di Clint Basinger – curatore di un consigliatissimo canale retro-videoludico su Youtube – sui precedenti titoli della saga di Duke, giochi che sanno più di talento che di commercio.