Eccoci al secondo appuntamento con la storia del DOS.
L’addio al Q-Dos ed il ritorno di Digital Research
La prima versione ufficiale del DOS non è assolutamente all’altezza delle aspettative, sia per il set minimale di comandi forniti, sia per il supporto molto limitato ai device hardware.
Allen e Gates ai tempi del DOS
La cosa, però, è fortemente mitigata dalla bassa diffusione (e disponibilità) dei nuovi Personal Computer, permettendo a Microsoft di lavorare alla versione 1.1, affidata sempre a Paterson. Principalmente si tratta di una versione di manutenzione che aggiunge il supporto ai dischi da 5,25” double side da 320Kb.
In realtà con questa versione il big di Redmond comincia a mettere in atto la propria politica commerciale, vendendo a produttori OEM terzi il proprio sistema e permettendo loro di apporre il proprio marchio sullo stesso. Fa così la sua apparizione ufficiale l’MS-DOS che come versione porta il numero 1.25, mentre la denominazione PC-DOS resta di solo appannaggio per i sistemi IBM.
Il Dos viene completamente rivoluzionato nel 1983 con la versione 2.0 che accompagna il PC IBM XT. Il nuovo sistema, non più affidato a Paterson, viene completamente riscritto e introduce un file system con struttura ad albero, il supporto per i dischi rigidi (FAT12) e quello per i floppy da 5,25” e la gestione per il ridirezionamento sull’I/O su file.
Molte delle novità introdotte sono derivate dell’esperienza di Microsoft con XENIX (lo UNIX made in Redmond), così come affermato da Paul Allen tra giugno e luglio del 1982 su PC-Magazine:
“It’s important to realize that MS-DOS is part of a family of operating systems….Providing the user with a family of operating system capabilities means a clear migration path from MS-DOS to XENIX. That means compatibility for both the terminal end user and the systems programmer.
A standard library for XENIX-86 C will allow compilation of a program on XENIX system and then execution on MS-DOS….XENIX systems will be able to function as network file servers.”
Alcune voci, mai confermate ma neanche mai smentite, affermano che Gates avesse provato a vendere ad IBM proprio XENIX come sistema per il nuovo Personal Computer, ma IBM non voleva adottare un sistema che in qualche modo la mettesse in concorrenza con AT&T, produttrice dello UNIX originale.
Addirittura nel testo MS-DOS Encyclopedia, edito da Microsoft Press, si parla dell’introduzione nel successore del DOS 1.25 di elementi ancora più caratteristici del mondo Unix come: le pipe (XENIX compliant), il fork dei processi e il multitasking, avvalorando il fatto che Microsoft spingesse per una convergenza dei due sistemi, anche se questo poi non è mai avvenuto.
Sempre nel 1983 arriva il DOS 2.1 che supporta il disastroso IBM PC Jr e corregge una serie di bug,
Il floppy del DOS 2.10
ma il vero salto di qualità avviene con la versione 3.0 e in particolare con la 3.30 che, fino alla release 5.0 del DOS IBM/Microsoft, resterà la versione più apprezzata e più affidabile.
Con esso arriva il supporto ai Ram Disk, il file system FAT16 (che consente di gestire dischi rigidi fino a 32Mb), ma soprattutto il DOS si “proietta in rete” con tutta una serie di feauture relative alle connessioni LAN. E’ interessante sottolineare come la parte del sistema residente in memoria sia ormai vicina ai 128Kb (3.3), praticamente cinque volte quella della prima release.
Con la versione 3.2 arriva anche la prima edizione commercializzata da Microsoft in versione pacchettizzata (Retail) e quindi acquistabile direttamente dall’utenza finale.
MS-DOS 3.20, prima versione Retail Microsoft
Nella seconda metà degli anni ’80 il DOS non è solo Microsoft. In particolare Digital Research tenta di risalire la china dopo che gli utenti hanno praticamente snobbato il CP/M-86. La società di Kildall propone una serie di soluzioni particolarmente indirizzate all’utenza professionale: si pensi al Concurrent DOS (CDOS) in grado di eseguire concorrentemente applicazioni CP/M e PC-DOS e gestire un utilizzo multi user dei calcolatori. Nel 1986 arriva il DOS Plus, sostanzialmente l’edizione single user del CDOS, ma anche in questo caso i risultati sono tutt’altro che entusiasmanti e nel 1989 Digital R. rilascia il DR-DOS 3.41 (la versione è scelta per creare un parallelismo con quella MS/PC-DOS) che sposa completamente la filosofia dell’OS Microsoft abbandonando definitivamente quella derivante dal CP/M.
Anche i produttori terzi fanno la loro parte, in particolare Compaq lavora con Microsoft al Compaq Dos 3.31 che estende il supporto dei dischi rigidi fino ai 2 GB, così come il DR DOS 3.41 abbatteva il limite dei 512Mbyte. Il 1986 è anche l’anno dell’European MS-DOS 4, realizzato con Siemens e le cui risorse tecniche confluiscono poi nel Team di OS/2.
Compaq Dos 3.31 package
Nel 1988 Microsoft rilascia la versione 4 del PC/MS Dos, inserendo i miglioramenti derivanti dalla collaborazione con Compaq, una utility integrata per la cache del disco integrato, l’ottimizzazione del gestore della memoria espansa e una shell grafica di gestione dei file.
Quella che però sulla carta doveva essere una rivoluzione per il sistema dei Personal Computer, nonché complemento ideale di Windows 286 e Windows 386, si rileva un totale flop. Infatti la release 4 è affetta da numerosi bug: la nuova versione dell’ Utility RAM Disk è completamente inaffidabile e lo stesso sistema di cache del disco, se settato in maniera errata ed utilizzato con file di grandi dimensioni (superiori ai 32 Mb), porta alla corruzione dei file stessi. Anche alcuni comandi storici sono bacati: si pensi al classico Dir che casualmente genera un segnale acustico invece della lista dei file.
Inutile la corsa al bug-fix e l’introduzione della versione 4.01, perché gli utenti hanno già scelto di restare con la release 3.3 e aspettare le nuove versioni.