Della rete, ed in particolare dei social network, si sente parlare spesso male, soprattutto in Italia, dove media e giornalisti sono bel lieti di raccontare tristi vicende di cronaca nera e tacere le “best practices” dei potenti.
Oggi voglio parlare dell’utile esperimento portato avanti dalla Polizia di Manchester su Facebook, il noto social network nato negli Stati Uniti per soli studenti di college, divenuto uno dei più diffusi social network al mondo.
La Polizia di Manchester ha fatto sviluppare un’applicazione per Facebook, usando alcune note API, che consente agli utenti che la installano di essere informati della situazione di sicurezza del proprio distretto e ricevere altre utili informazioni.
Le news che si ricevono via feed nell’applicazione, possono poi essere condivise con gli amici, innescando così una discussione attorno a temi di cronaca e sicurezza della propria realtà locale.
L’aspetto però più interessante di questo progetto non è tanto l’applicazione in sé, che altro non è che un semplicissimo widget con news feed, quando il fatto che la polizia ha creato una propria pagina profilo sulla quale gli utenti possono lasciare commenti.
La cosa si è rivelata più volte utile, soprattutto in occasione di delicati fatti di cronaca nera che faticavano ad essere risolti per assenza di indizi e/o prove. Grazie a Facebook la Polizia ha potuto raccogliere segnalazioni dei cittadini in modo immediato e, soprattutto, attraverso un linguaggio compreso e rispettato dai giovani, spesso diffidenti nei confronti delle forze dell’ordine.
Insomma, l’esperienza della città di Manchester insegna nel suo piccolo che anche i servizi all’apparenza più futili, possono trovare una loro applicazione pratica utile alla società, alla faccia di chi pensa che su Facebook ci siano solo perversi maniaci.