Lasciare i propri averi in mano a degli estranei non è certo una cosa di cui essere felici, e nella vita quotidiana ci guardiamo ben dal farlo, in quanto abbiamo maturato una consapevolezza che ci rende diffidenti un po’ da tutti quelli che ci circondano. Che poi non siano tutti lì pronti a rubarci denaro e/o informazioni private è un discorso, ed inoltre non credo che siamo tutti agenti della CIA con chissà quale segreto di stato da custodire, ma con i tempi che corrono non biasimo chi si sente ossessionato dalla privacy (ma che poi scrive sulla bacheca di Facebook ogni proprio movimento).
Forse è a causa di questa fenomenologia da Social Network, in cui tutti ci sentiamo protagonisti ed al centro dell’attenzione, che ci spinge a sentirci continuamente in pericolo neanche fossimo delle star di Hollywood! La privacy è importante ben inteso, ma vedo che forse si esagera troppo nel difendere qualcosa che forse non ne avrebbe bisogno, o, qualora ne avesse, che in ogni caso è comunque di facile accesso all’esigenza dell’agenzia governativa di turno (sappiamo bene che se un governo chiede di avere i dati di un utente in qualsiasi parte della rete può ottenerlo, in barba alla sicurezza ed alla confidenzialità delle informazioni).
Il nuovo trend quindi, quello di riversare sui servizi cloud tutti i proprio dati, non lo vedo così di cattivo occhio come riscontro in molti utenti, ed anzi sarei parecchio curioso di mettere mano al nuovo Chrome OS per “annusarne” le potenzialità. Sinceramente non riesco a condividere la paure di chi vede i propri dati poco al sicuro da frodi o da malfunzionamenti hardware di vario genere. Nel primo caso infatti, il solo pc connesso alla rete è già di per sé esposto al resto del mondo e quindi vulnerabile a qualsiasi tipo di attacco, con in più un’ aggravante: il solo antivirus e/o firewall installato sul pc non è garanzia di sicurezza, mentre i dati che sono “in the cloud” sono protetti con sistemi ben più avanzati e sofisticati!
Non credo quindi di essere blasfemo nel dire che sento i miei dati più sicuri su server a migliaia di kilometri dal mio disco fisso piuttosto che nella chiavetta che ho in tasca. Per la stessa ragione, è molto più facile che mi si bruci l’hard disk e che io abbia dimenticato di farne il backup, piuttosto che vadano in crash a cascata tutti i server e le unità di ripristino del servizio di turno, non credete?
Così come i nostri “nonni” hanno imparato che è meglio tenere il proprio denaro in banca piuttosto che sotto il materasso, non vedo come la nostra generazione non possa imparare a lasciare i propri dati altrove invece che sul proprio pc, lasciandovi solo i dati di uso frequente così come nel portafoglio manteniamo solo qualche spicciolo rispetto al nostro credito complessivo. Inoltre la tendenza, che tutto sommato noi utenti stessi stiamo contribuendo ad alimentare, è quella di essere sempre connessi e di poter aver accesso alla nostra “vita” sul pc, sul notebook, sul tablet, sullo smartphone e magari pure sul televisore!
Pensare di avere n copie, ad esempio delle foto delle vostre vacanze, sugli n dispositivi che possediamo mi sembra un po’ assurdo (se poi ci mettiamo di mezzo i limiti di memoria ad esempio degli smartphone…) e difficile da gestire: a volte mi capita di voler vedere una foto o di recuperare un documento che però ho solo sulla chiavetta, che ho lasciato a casa ma che, fortunatamente, ho caricato anche su Google Docs e posso ritrovare un po’ ovunque. Nella mia esperienza da programmatore poi, mi ritrovavo sempre a fare decine di backup su chiavette e dischi vari, a volte non ricordando più quale fosse l’ultima versione e generando non pochi pasticci: ora invece a fine giornata, faccio un bel upload di tutti i sorgenti sui server dei vari servizi che utilizzo e non ci penso più.
Sono convinto che il cloud ci semplifichi la vita e la renda anche più sicura, nonostante di primo acchito possa non sembrare così evidente, ma a pensarci bene un’azienda che vuol fare business su questa tipologia di servizi, è obbligata a mantenere standard di qualità e sicurezza molto elevati, sicuramente migliori di quelli che il nostro pc da solo possa ottenere: volete mettere un antivirus professionale a confronto con uno in versione personal? Oppure un firewall hardware con uno software da pochi euro?
Molti di voi potrebbero controbattere dicendo che senza una connessione stabile e veloce tutto questo non ha senso, e non posso che dargli ragione anche se c’è da dire che la situazione continuerà a migliorare, e sono fiducioso che un’economia sempre più basata sulla rete non potrà permettersi fallimenti: che poi in Italia la situazione sia a tratti disastrosa è un’altro paio di maniche, ma volendo usare un’analogia con il mondo automobilistico vi posso dire che una Ferrari rimane tale anche se guidata su una strada piena di buche, è il gestore della strada ad essere colpevole se non posso farle fare i 300 all’ora no?
Non dimentichiamoci che di fatto, cloud o non cloud, cambia solo il luogo fisico dove i nostri dati risiedono, ma averli a pochi centimetri dalla tastiera non li rende più sicuri, in quanto con tutte le vulnerabilità alle quali siamo esposti anche solo nel tragitto Home page – Facebook, non vedo come la sicurezza possa essere considerata superiore. Credo inoltre che per l’utente finale, ci possano anche essere dei vantaggi economici: dispositivi con meno memoria costano meno, ed essendo in generale le risorse hardware necessarie inferiori, potremmo avere in futuro dei dispositivi “light” con vantaggi anche sull’autonomia della batteria.
Forse dovremo subire un po’ di pubblicità in più, o forse dovremo pagare una qualche sorta di abbonamento per i servizi che utilizziamo, ma non escludo di certo una loro integrazione nei contratti con gli internet provider, che vedo essere i naturali candidati a diventare i fornitori di questi servizi: non mi pare alieno pensare di pagare 50 euro al mese ed avere una tariffa flat, qualche centinaio di GB di spazio disco ed un set di applicazioni da poter utilizzare sia sul tablet che sullo smartphone o che dal pc di casa. I modelli di business si adattano sempre, pertanto non credo ci sarà da sborsare più di quanto già non si faccia oggi, perché non è vincente quell’azienda che ci chiederà dei soldi in più per avere GB e App che magari altrove sono gratuiti.
Non so se le soluzioni cloud conquisteranno il mondo della tecnologia nei prossimi anni, ma se non altro non sarei di certo spaventato ad usare Chrome OS o chi per lui: per me la tecnologia deve facilitare la vita, e se con un click posso tenere aggiornata tutta la mia “vita” in modo che possa essere fruibile ovunque io sia e su qualsiasi dispositivo io voglia usare, di certo sarebbe una grande conquista. Non ci sarebbero più limiti, saremmo noi nella rete (per quanto sia discutibile il fatto che possa essere una cosa positiva oppure no) con sempre tutto a portata di mano. Riallacciandomi al discorso di apertura, pensate veramente che i files sul nostro pc valgano così tanto?
Io credo di no, soprattutto alla luce del fatto che tutto ciò che è commercialmente importante per questa o quell’altra azienda, lo abbiamo già riversato (volontariamente ma forse non troppo consapevolmente) su tutti i vari social network alla quale siamo iscritti (gusti musicali, politici, orientamenti sessuali, status sociale, condizioni sanitarie…): la tanto agognata pubblicità mirata sulla base dell’analisi dei gusti del singolo navigatore è già possibile ed è già applicata sul campo (GMail su tutti ad esempio).
Pertanto non credo proprio che il Santo Graal siano i files che risiedono sul nostro disco fisso! Credo quindi che, con queste premesse, e soprattutto con un forte impegno legislativo da parte dei governi, che devono necessariamente regolamentare il tutto per garantire livelli di servizio accettabili per l’intero popolo della rete, i servizi cloud possano essere uno step davvero importante per il progresso tecnologico.
Io ho cominciato ad usarli e li affronto senza paura (con orgoglio posso dire di avere usato Windows Azure fin dalla prima CTP), anzi grazie ad essi mi tolgo un sacco di mal di pancia e fastidi, ma sono consapevole del fatto che siamo ancora agli inizi e che le problematiche da risolvere rimangono parecchie, ma non posso che vedere una sacco di potenzialità per un mondo sempre più connesso. Ora lascio a voi la parola su questo argomento, curioso di sapere quale sia il pensiero di chi come voi e me fa parte di questa comunità chiamata Internet, che volenti o no ci assorbirà sempre di più rendendo il confine tra vita reale e profilo virtuale sempre più sottile…