Con questo quarto appuntamento si chiude la serie di post dedicati a Lotus Development Corporation.
L’arrivo di IBM
Nel 1995 IBM acquisisce Lotus, trasformandola nella propria divisione software.
L’acquisizione è la normale conseguenza della perdita di competitività delle applicazioni Lotus, SmartSuite in primis, rispetto alle analoghe soluzioni Microsoft. Infatti, nonostante in una prima fase (‘92-‘94) Lotus riesce a reggere il confronto, grazie anche alla politica di vendita abbinata a nuovi computer, l’arrivo di Windows 95 e la tradiva transizione ai 32bit mettono la società in gravi difficoltà relegandola ad una piccola fetta di mercato.
A luglio del 1995 IBM acquisisce Lotus pagando ben 3.5 miliardi di dollari (64,50 dollari per azione rispetto ai 32dollari di scambio) e ad ottobre dello stesso anno arrivano anche le dimissioni di Manzi, che dopo circa 10anni lascia la società incassando ben 78milioni di dollari grazie al proprio pacchetto azionario.
IBM acquisisce Lotus
All’atto dell’acquisizione, Lotus conta circa 4.000 dipendenti, sparsi nelle varie sedi mondiali, tra cui si diffonde velocemente la preoccupazione della possibilità di dover passare dalla Lotus-Culture alla IBM-Culture, molto più burocratizzata e meno permissiva. Fortunatamente, invece, IBM decide di realizzare una transizione lenta e quanto più indolore possibile, tant’è che ci vorranno ben 5 anni per completarla (2000).
Tocca a Jeff Papows, arrivato in Lotus nel 1993 e vice-presidente esecutivo della divisione Notes, assumere il ruolo di CEO dopo le dimissioni di Manzi e governare i delicati processi di integrazione. Così IBM mette Lotus al centro della propria strategia software, lasciandole una forte autonomia, come evidenziato dallo stesso CEO di IBM Lou Gerstner: “Lotus is our desktop people and I don’t want to hear any more about it”, sostanzialmente lavorate secondo il vostro stile.
E’ comunque chiaro che l’interesse di IBM è tutto per Notes e per lo stesso Ray Ozzie che viene messo a capo della nuova divisione IBM Notes. Nel 1996 nasce Domino, un nuovo web server che sostituisce Notes Server, pensato per potenziare le attività di groupware, l’invio/gestione delle email e lo sviluppo di (web)application all’interno di Notes.
IBM Lotus Notes Logo
Nel giro di alcuni anni il numero di utenti della soluzione di rete IBM/Lotus, passa da 2 milioni a 150 milioni, anche se nel 1998 resta orfana di Ozzie che lascia la società per fondare Groove e poi passare, con la sua acquisizione, in Microsoft dove arriverà a ricoprire il ruolo di Chief Software Architect (praticamente capo dello sviluppo).
Nel paniere ereditato da Lotus c’è, ovviamente, anche SmartSuite, ma IBM non sembra avere particolare interesse nella suite d’ufficio. La suite viene aggiornata più volte, passando per la versione di upgrade SmartSuite96 (dove AmiPro diventa WordPro) e la nuova versione SmartSuite97 a 32bit, completamente compatibile con Windows 95/NT e in grado di leggere/scrivere i formati proprietari dell’Office di Redmond. Nel 1999 viene rilasciata l’ultima major release, ovvero SmartSuite Millennium Edition (versione 9.5) che include: Organizer 5.0, FastSite 2, WordPro Millennium Edition, 1-2-3 Millennium Edition, Freelance Graphics Millennium Edition, Approach Millennium Edition, SmartCenter e ScreenCam.
1-2-3 Millennium Edition
Ormai SmartSuite non ha più mercato, complice anche l’avanzata delle soluzioni Open, prima tra tutte OpenOffice, e IBM mette la parola fine a 1-2-3 e soci dopo il rilascio della versione Millennium 9.8 (ottobre 2002). L’ultimo bug-fix ufficiale risale ad ottobre del 2006.
In realtà IBM/Lotus non abbandona definitivamente il mercato delle applicazioni Office, rilasciando IBM Lotus Symphony, oggi disponibile nella versione 3 e completamente gratuita. Il “nuovo” Symphony non è però basato sulle ceneri di SmartSuite, bensì su OpenOffice e si inserisce nell’ecosistema Notes come strumento per la realizzazione di documenti in ambito collaborativo.
IBM Lotus Symphony
Oggi la sfida di IBM/Lotus è tutta rivolta al settore groupware e i competitors sono, essenzialmente, Oracle e Microsoft, quest’ultima con la soluzione più completa basata su SharePoint.
Notes vs. SharePoint
Ovviamente IBM/Lotus ha ancora molto da dire a riguardo e ha recentemente lanciato la propria soluzione “cloud-based” denominata LotusLive che mette a disposizione tool per la collaborazione, per il messaging e per il meeting online, svincolando le organizzazioni e gli utilizzatori da barriere fisiche, software e temporali.
In conclusione, l’acquisizione di IBM ha probabilmente fornito quel quid finanziario ed organizzativo che ha permesso a Lotus di superare la difficile competizione con Microsoft, ritagliandosi un ruolo di prim’ordine nel panorama degli strumenti per il groupware, sia “on – primise” che “on clound”.