Si è svolto a Roma, mercoledì 7 maggio lo IAB Forum, il primo in assoluto nella Capitale. L’Interactive Advertising Bureau Italia, ha riunito aziende ed operatori del settore della pubblicità online per fare il punto della situazione e tracciare delle possibili linee di sviluppo della Comunicazione Interattiva in Italia.
Sul palco si sono alternati Marco Montemagno, di Blogosfere, il professor Vito di Bari del Politecnico di Milano, e Layla Pavone, presidente IAB; curiosamente hanno utilizzato tutti e tre la metafora della relazione amorosa per descrivere l’approccio che si dovrebbe tenere nello sviluppo delle strategie di comunicazione.
La relazione amorosa come occasione di seduzione, si, ma a fini matrimoniali; insomma, le aziende non possono permettersi il lusso di sedurre e abbandonare il cliente – tradirne le aspettative – ma sono chiamate a stabilire relazioni durature, soprattutto se intendono operare online e nel web2.0 in particolare.
Un principio condivisibile, come la maggior parte di quelli espressi dai relatori che hanno preceduto le tavole rotonde, ma devo dire, nonostante questo, di essere rimasto un po’ deluso da quello che ho sentito. Deluso perché credevo, speravo, che gran parte dei concetti ascoltati fossero ampiamente acquisiti ed elaborati dalle aziende come dagli operatori del settore. Almeno da coloro che lavorano nella Comunicazione aziendale.
Se c’è la necessità di ribadire ancora in un convegno questi concetti è evidentemente perché paghiamo ancora un gap culturale rispetto a società in cui l’online ha raggiunto un livello di maturità superiore, anche per la comunicazione d’impresa.
D’altronde questo è ben evidente nei comportamenti delle aziende. Qualcuna muove passi verso l’interazione e l’utilizzo dei new media, Internet in primis, ma la maggior parte di esse continuano a ragionare solo in termini di “costo per contatto”, con schemi mentali ereditati dalla pubblicità tradizionale, e non vedono le nuove opportunità che si parano dinanzi gli schermi dei loro computer.