Ormai anche le più antiquate e retrograde testate giornalistiche italiane hanno un sito web che aggiornano quotidianamente, spesso riportando pari pari i contenuti presenti sull’edizione cartacea.
Che, però, il peso dato all’edizione online del quotidiano sia ben diverso rispetto a quella offline è noto, ma diventa ancor più evidente di domenica, precisamente ieri, quando Microsoft annuncia di aver ritirato la sua offerta di 33 dollari per azione a Yahoo!, di fatto chiudendo la più grande trattativa in campo informatico (e non solo) da molti anni a questa parte.
La notizia arriva sul web e inizia a diffondersi quando in Italia non erano ancora le tre di notte, ma bisognerà attenere il rientro dalla pausa caffè dei giornalisti del Sole 24 Ore per vedere, a mezzogiorno circa, l’importante notizia: quasi 12 ore dopo la prima news.
Questa vicenda sembra la metafora del nostro Paese, mentre gli altri corrono, noi arriviamo (se arriviamo) affannati e in ritardo a dare la notizia quando gli altri stanno già scrivendo i pezzi di riflessione e critica.
Su Newsnow, ottimo sito che aggrega le news da tutto il mondo, è possibile seguire con grande precisione la diffusione e il tempismo con cui i vari siti nei vari Paesi del mondo hanno diffuso la notizia e, purtroppo, di bandierine italiane se ne vedono poche e tutte concentrate nella tarda mattinata.
Morale della favola? Capire che Internet conta, è importante e gli italiani, anche quelli che usano poco il computer, usano molto la rete per informarsi e che non è quindi più possibile considerare l’edizione online un surrogato di serie B di quella offline. Anzi, considerato i diversi tempi delle due edizioni, prima la redazione dovrebbe precipitarsi a scrivere il pezzo online e, solo dopo, raccogliersi in riflessione per scrivere contenuti (si spera rilevanti) per l’edizione cartecea del giorno dopo.