Ho di recente parlato di Google App Engine e, indirettamente, dell’analogo servizio Amazon Web Services. Si tratta di una piattaforma che consente a tutti di eseguire servizi web, senza dotarsi della infrastruttura necessaria.
Una recente dichiarazione di Amazon mi ha lasciato molto sorpreso, in quanto si rivela che gli utilizzatori principali di Web Services non sono, come si potrebbe pensare, giovani startup “2.0”, ma società molto più classiche come banche ed assicurazioni.
Proprio così, vi sono numerose banche, assicurazioni e persino compagnie farmaceutiche, che si avvalgono dei Web Services Amazon per fare girare i propri applicativi, di fatto fidandosi ciecamente di Amazon ed affidando alla popolare società database di dati più che sensibili.
La cosa può, a prima vista, sembrare strana, in realtà è noto agli addetti ai lavori che la sicurezza che può garantire un colosso come Amazon o Google è di gran lunga superiore di quella che un’azienda normalmente riesce ad ottenere internamente.
Qualche tempo fa ho scritto anche della bella piattaforma italiana We+ e alcuni dei responsabili mi raccontavano di tante PMI italiane che volevano usare We+, ma pretendevano fosse installata in un loro server locale perché, secondo loro, usarlo online sui server Yooplus era “poco sicuro”.
La realtà è invece esattamente opposta ed è facile immaginarne il motivo. Società come Google ed Amazon che fanno dell’efficienza IT e della sicurezza un asset strategico, senza il quale crollerebbe tutto il loro business, è ovvio siano molto più preparate ed aggiornate di quanto possa esserlo una società che produce divani.
Chiaramente il mio discorso va riferito esclusivamente a contratti di fornitura a pagamento, è chiaro che di fronte ad un servizio erogato gratuitamente si può essere sì di fronte ad una maggiore sicurezza, ma nel caso qualcosa andasse storto si avrebbero ben poche armi da usare per via della gratuità del rapporto.