Veicoli che si riparano da soli, edifici costituiti da materiali che in particolari condizioni, ad esempio quando diminuisce la luce, diventano trasparenti come il vetro, nuvole di nanobot assemblatori [utility fog] che si trasformano in oggetti fisici in base ai comandi inviati da un software.
Sono questi i sogni, o più ottimisticamente, è questo il futuro verso cui puntano gli scienziati che lavorano sullo sviluppo delle nanotecnologie. Alla base di tutto materiali intelligenti creati grazie alle nanotecnologie, capaci di reagire agli stimoli dell’ambiente, modificando il proprio aspetto e le proprie funzionalità.
Le prime applicazioni di questa giovane scienza sono, come è facile aspettarsi di tipo militare; il MIT – Institute for soldiers nanotechnologies – sta lavorando a superfici per le divise militari le cui proprietà si modificano in funzione delle condizioni, in base alla temperatura esterna, o come conseguenza della presenza di agenti chimici pericolosi.
Questo video, in inglese, aiuta a farsi un’idea di cosa siano e come possano essere impiegate le nanotecnologie.
La meraviglia introdotta da questa scienza è che, almeno in teoria, per ora, è possibile partire da elementi infinitamente piccoli [tra uno e cento nanometri] per realizzare oggetti di dimensioni, verrebbe da dire reali, nel senso di percepibili dall’uomo, e che per di più sono in grado di ricombinarsi in maniera intelligente cambiando aspetto forma e funzione.
Le implicazioni, come anche i timori, suscitati da questa neonata scienza sono eccezionali. Il pericolo è che, ad evolvere d auto-riprodursi siano le armi e in generale le minacce per l’uomo anziché le opportunità e le risorse. Paure talmente forti da evocare lo spettro della singolarità tecnologica, che possiamo brutalmente riassumere nel timore di perdere il controllo della tecnologia diventandone vittime.
Tutte paure legittime, che devono spingere gli scienziati e tutti gli uomini ad usare la massima prudenza, ma che non possono arrestare la scienza, pur nella consapevolezza che l’unico vero progresso è quello che aumenta le possibilità di sopravvivenza dell’uomo.