Benché in Italia non siamo abituati in molti contesti a beneficiare della concorrenza, in informatica si può affermare che la competizione tra le varie aziende nella fornitura di servizi e/o prodotti rappresenta uno dei più importanti motori di propulsione alla base della sua evoluzione. Ne sono esempi il mercato dei microprocessori e delle schede video, oppure, volendosi spostare sul fronte software, quello dei browser.
I browser in particolare ci hanno dimostrato come la mancanza di concorrenza abbia portato Internet Explorer 6 a restare in carica come riferimento dal 2001 al 2006, un’eternità in ambito informatico. Oggi, nel medesimo arco di tempo, la stessa Microsoft messa sotto pressione da Mozilla Firefox prima e Google Chrome dopo, ha presentato ben tre versioni del suo browser.
Una delle maggiori critiche che sono sempre state mosse ad Internet Explorer, è la scarsa aderenza agli standard, alla quale aggiungerei, in tempi più recenti, anche scarse prestazioni nella gestione dei siti web più complessi (quelli che fanno molto uso di Javascript per capirci).
Ciò che, tuttavia, sta accadendo è che l’azienda di Redmond sembra proprio essersi messa in testa di voler fare un buon lavoro nel mercato dei browser e se Internet Explorer 8 rappresentò già un indubbio passo in avanti sul piano dell’aderenza agli standard (in quanto pienamente compatibile con CSS 2.1, lo standard più recente disponibile in versione finale), Internet Explorer 9 rischia di far venire qualche mal di testa di troppo ai concorrenti e i primi effetti si sono già fatti vedere.
Mentre Microsoft sta attuando una notevole opera di divulgazione delle caratteristiche del suo, ormai quasi disponibile in versione finale, nuovo browser, Paul Rouget, technical evangelist di Mozilla, lo ha definito vecchio. Naturalmente questa affermazione non poteva che causare la risposta di Microsoft, che ha divulgato le caratteristiche che loro ritengono importanti per poter definire un browser moderno.
Il succo del discorso è che da un lato Mozilla accusa Microsoft di continuare a non supportare tutto ciò che racchiude il termine HTML5 in Internet Explorer 9, dall’altro Microsoft ribatte dicendo che non è importante la quantità di ciò che si implementa, ma il modo con cui lo si fa, citando funzionalità come l’accelerazione in hardware da parte della GPU, così come la compilazione multithreading in background del codice Javascript sfruttando i vari core di cui sono dotate oggi le CPU.
Il punto cardine della vicenda è che lo standard HTML5 è ben lungi dall’essere definito (si parla di luglio 2014) in ogni suo aspetto, e Microsoft ha deciso di supportare le specifiche di cui si compone tale standard solo ed esclusivamente quando queste saranno state completate e saranno forniti test ripetibili che ne dimostrino univocamente il funzionamento su qualsiasi browser.
Coerentemente con questa scelta, Microsoft ha sottoposto al W3C una suite di test che dimostra il funzionamento di un browser con una serie di specifiche dello standard HTML5 allo scopo di fornire uno strumento ufficiale in grado di verificare univocamente il supporto agli standard.
Allo stesso tempo Microsoft ha dimostrato di voler realmente portare una ventata di aria fresca nel modo in cui gestisce il suo browser sul piano della comunicazione, che del marketing, adottando e pubblicizzando iniziative in alcuni casi già note a chi segue la controparte Mozilla, come il blog del team di sviluppo di Internet Explorer e la simpatica pensata del “The Internet Explorer 6 countdown”.
Insomma, mentre Google con il suo Chrome continua la sua opera di incessante aggiornamento con nuove release che si susseguono a ritmo vertiginoso, alcune delle quali mostrano in anteprima idee (come la versione priva della URL box) al quale sta lavorando il colosso della ricerca sul web, a questa tornata ritengo personalmente che Mozilla sia un po’ in affanno con il suo Firefox 4.
Al contrario penso che Microsoft stia percorrendo la strada giusta sia sul piano della comunicazione, che dal punto di vista tecnico. Sono uno sviluppatore software e non basta dire che esistono gli standard W3C che devono essere rispettati, ma bisogna vedere come tali standard sono definiti e concordo pienamente con l’idea che una specifica, per poter essere adottata ed implementata, debba prima essere ben delineata in ogni suo aspetto affinché il comportamento sia il medesimo su qualsiasi browser.
E’ vero che Microsoft in passato ha fatto scelte scellerate con i suoi browser, tentando di imporsi come standard de facto, ma oggi le cose sono cambiate e penso che la direzione intrapresa sia quella giusta, l’unica in grado di garantire l’alta qualità di fruizione del web che tutti noi ci meritiamo.