La vicenda di Max Mosley, ripreso in compagnia di cinque prostitute, durante un festino in cui tra l’altro si facevano espliciti riferimenti al nazismo, ha fatto il giro del mondo. Il video è stato pubblicato su News of the World, a più riprese, con diverse ricostruzioni e stralci audio.
Mosley ha ovviamente fatto ricorso alla giustizia, nel tentativo di far eliminare il video dal sito, anche se probabilmente quella non è la sua prima preoccupazione, visto che oltre che la sua reputazione, c’è in gioco, o forse sarebbe meglio dire che si è giocata, anche la posizione sociale, se non altro lo status di presidente della FIA.
È notizia di alcuni giorni fa che il ricorso è stato respinto , ma ciò che desta sorpresa e per certi versi è la motivazione fornita dall’Alta Corte Britannica:
I have come to the conclusion that the material is so widely accessible that an order in the terms sought would make very little practical difference.
Secondo il giudice il materiale è così ampiamente accessibile, ovvero ne esistono un tale numero di copie disponibili online, che censurarle tutte sarebbe impossibile e censurarne una sarebbe del tutto ininfluente.
La giustizia dichiara la propria impotenza rispetto alla Rete, ma questo deve necessariamente portarci ad una riflessione: se le regole della giustizia ordinaria non sono in grado di governare le dinamiche che si propagano attraverso la Rete, sarà necessario pensarne di nuove.
Sono il primo a sperare che Internet resti un luogo libero e aperto, ma non possiamo illuderci che a nessuno venga mai in mente di sfruttare questa libertà a proprio vantaggio, e a danno di qualcun altro. Se accettiamo che per demolire la vita e la reputazione di qualcuno sia sufficiente riprenderlo, in atteggiamenti certamente equivoci, come in questo caso, ma pur sempre vissuti all’interno della propria casa, le cose si mettono piuttosto male, soprattutto se a questo tipo di attacco non c’è possibilità di difesa.
Non è mia intenzione prendere posizione rispetto alla specifica vicenda, però, credo sia necessario capire, che quello che innegabilmente è il peggior danno per Mosley, non è il gesto in sé, ma il fatto che sia stato reso pubblico. Il presidente della FIA non si è reso protagonista di crimini, stava vivendo la propria sessualità nel privato della propria abitazione. Eppure, sebbene abbia dichiarato, nel corso di una intervista al Daily Telegraph che per lui non ci sarebbero problemi a continuare fino al 2009, cioè fino al momento della scadenza del suo attuale mandato, pare abbastanza difficile che possa rimanere in carica un presidente così fortemente screditato, e privato di quell’aura di austerità che è necessaria al vertice di ogni istituzione.
Se ognuno di noi, chiunque abbia dei nemici, o gestisca interessi economici rilevanti, può in qualsiasi momento della propria vita, essere ripreso, registrato, ed esposto al ricatto della pubblicazione su scala mondiale, senza neppure avere alcuna possibilità di difendersi, c’è il concreto rischio che la Rete diventi una minaccia per la libertà, invece di essere quello che ora rappresenta, ovvero uno dei pochi spazi ancora veramente liberi.
Se la giustizia come la conosciamo non è pronta per affrontare questa sfida, andranno cercati dei rimedi, adeguati alla tecnologia, e che sappiano bilanciare il bisogno di giustizia e regolamentazione con il diritto alla privacy e libertà.
[photo credit: macleod]