Agosto 1995 – la calura estiva traghetta la mente verso spiagge calde e silenziose e straordinari pisolini all’ombra di una palma, eppure il mondo tecnologico vive una fase di grande fermento. È passato già qualche anno da quando Tim Berners Lee, col suo potente NeXT Cube, ha creato il World Wide Web. Il numero di navigatori e di nodi della rete va crescendo esponenzialmente, alcune aziende iniziano timidamente ad affacciarsi su Internet e la curiosità per questa nuova frontiera tecnologica dilaga – negli USA anche fuori dalla sfera degli smanettoni.
Netscape Navigator, prodotto commerciale – distribuito gratuitamente e senza restrizioni per scopo di valutazione – viene sviluppato sulla base del browser Mosaic di NCSA, e portato sul mercato nel 1994 da uno degli sviluppatori di Mosaic, Mark Andreessen. Subito segna una svolta tecnologica rispetto alla generazione precedente di browser, imponendosi come leader di mercato.
Microsoft, che nello stesso mese di Agosto 1995 aveva lanciato Windows 95, vede nella supremazia di Netscape una minaccia: non è tanto il browser in sé a spaventare il gigante di Redmond, quanto il suo peso nella definizione degli standard Web, che Microsoft desidera tenere il più possibile sotto il suo controllo (noterete qualche analogia col caso ODF vs OOXML).
Nasce quindi Internet Explorer 1.0, anch’esso creato sulla base di Mosaic, ma distribuito gratuitamente nella versione OEM di Windows 95 e integrato nel pacchetto Windows 95 Plus! È l’inizio di una lotta senza quartiere, che spianerà la strada ad anni di quasi-monopolio di IE, tuttora al comando come quota di mercato.
Le prime versioni di IE non conoscono un’enorme popolarità ma il rapido succedersi delle nuove release, con l’aggiunta, da entrambe le parti, di feature tutt’altro che standard – gli sviluppatori della prima ora ricorderanno con dolore le ore spese a sviluppare due versioni dello stesso sito, una per IE, una per Netscape – animano la sfida e spostano presto l’ago della bilancia in favore dello sfidante targato Redmond. Già nel 1998 IE, giunto alla versione 4, arriva ad eguagliare l’avversario, per poi superarlo abbondantemente, fino a confinarlo in una nicchia.
La browser war porta subito a galla il tema dell’aggressività commerciale di MS, che non risparmia agli avversari colpi bassi e non teme sanzioni pur di dominare il mercato. Se da un lato la Netscape Corporation si finanzia esclusivamente con Navigator (poi Communicator), IE cresce e si sviluppa grazie ai lauti guadagni prodotti da Windows. Come risultato di questa situazione, IE rimane gratuito in tutte le sue versioni mentre Netscape resta un software commerciale. Aggiungiamo a questo il fatto che IE arriva preinstallato con Windows – già detentore della quota maggioritaria fra gli OS consumer – mentre Netscape va scaricato e installato a parte.
A conferma della volontà di Microsoft di mantenere salda la presa sugli standard Web, va poi registrato il fatto che, anche dopo la fine della browser war, l’azienda condotta da Bill Gates continua per anni a forzare gli standard Web, facendo leva sulla sua imponente base installata: è la massima espressione del vecchio adagio embrace, extend, extinguish, tornato attuale di recente con OOXML.
Molto altro ci sarebbe da aggiungere, particolarmente sul tema degli standard Web, ma temo che finirei per eccedere i limiti di spazio di un blog ancor prima di iniziare: lascio dunque a voi la parola.
Mi preme solo concludere che l’esito di questa prima browser war non ha nulla a che vedere coi meriti tecnici dei contendenti: è una battaglia vinta in partenza da MS, complice l’incapacità delle autorità competenti di andare oltre lo strumento della sanzione per risolvere il problema.
La seconda, quella che vede schierato come Firefox nel ruolo di contendente, si sta finalmente spostando sul fronte delle feature. E stavolta l’esito a favore di Microsoft non è affatto scontato.