Dopo aver stupito larga parte del pianeta con un pannello da 3 millimetri – lo XEL-1 – commercialmente appetibile, Sony ha oggi rivelato di aver lavorato in una direzione per certi versi inaspettata, mostrando al mondo un nuovo pannello spesso solo un decimo del precedente. Questo apre una serie di interessanti prospettive:
La tecnologia OLED (Organic Light Emitting Diode), per chi non lo sapesse, permette di creare pannelli a colori dotati di una illuminazione propria, contrariamente a LCD che richiede una fonte luminosa esterna per animarsi. Il materiale organico non è biologico ma composto in prevalenza di carbonio, e può essere polimerico (contenente anche plastica) o no.
A distanza di soli sei mesi dallo XEL-1, quindi, Sony riduce di dieci volte lo spessore del suo pannello di punta, in controtendenza rispetto alle aspettative che avrebbero previsto un incremento della diagonale dello schermo. Sony avrebbe promesso un display da 31 pollici entro la fine del 2008, ma nel frattempo è riuscita a stupirci tutti quanti con questo gioiellino; o,3 millimetri sono infatti una misura assolutamente incredibile, che apre diversi scenari interessanti:
– prima di tutto un display di questo tipo deve essere necessariamente anche flessibile; in generale i display OLED nascono anche con questa prerogativa, ma questa misura è circa come 5 fogli di carta, decine di volte meno del MacBook Air, ad oggi la cosa tecnologica meno spessa che viene in mente. Questo lo rende perfetto per le applicazioni in mobilità, magari con la possibilità di essere arrotolato. Nonostante questo il display non è trasparente, né semitrasparente.
– in secondo luogo il consumo dichiarato dello XEL-1 era di 45W; questo nuovo modello non specifica ancora il dato, ma possiamo ragionevolmente immaginare che sarà minore, anche se non sappiamo in che scala. Quantomeno per un fattore fisico: uguale superficie ma spessore ridotto di un decimo porta ad un volume inferiore, quindi a riscaldamento minore corrisponde consumo minore, e poi perché verosimilmente esistono meno strati OLED da alimentare.
– il terzo fattore è il costo: anche se non dichiarato, le stime lo danno per una fascia di prezzo analoga a quello del display precedente (quindi un intorno dei 1200 euro), che non lo rende sicuramente appetibile per i notebook di fascia bassa cui ci stiamo lentamente abituando, ma rende al contempo più interessante proprio lo XEL-1, per una questione di economie di scala. Quando la risoluzione aumenterà dall’attuale 960×540 pixel ci sarà sicuramente spazio per una produzione in massa destinata ai portatili. Se e quando il prezzo crollerà, e lo farà anche in virtù della promessa di Sony di investire 140 milioni di dollari nel 2009 in tecnologia OLED, allora si potranno letteralmente tappezzare i muri di immagini in movimento di alta qualità. Mi viene in mente la metropolitana di Milano, dove dei proiettori trasmettono pubblicità ai passeggeri sulle banchine. La qualità di adesso non è scarsa, ma quella garantita da un display fisico sarà sicuramente maggiore (il contrasto di questi display è un milione a uno); per non parlare delle nostre case, in cui la tendenza al camuffamento dei televisori subirà una spinta decisiva.
Insomma, per una volta “sottile è bello”.