Da alcuni anni a questa parte l’Iraq si è trasformato in un campo di prova per le più avanzate tecnologie militari americane. Fra queste il robot Talon SWORDS – dispositivo radiocomandato di piccole dimensioni – è stato impiegato in numero crescente di unità (attualmente alcune migliaia) per operazioni di ricognizione e rinvenimento di ordigni.
Un certo numero dei robot SWORDS è stato adattato anche a missioni di assalto, con armamenti e sistemi di puntamento avanzati. La novità di questi giorni è che alcuni di questi hanno iniziato, di propria “spontanea volontà”, a puntare le armi verso forze amiche. Nessun colpo sparato finora, ma non dev’essere edificante trovarsi con uno di questi aggeggi che ti punta addosso un cannoncino cal. 5.56 da 900 colpi al minuto.
L’impiego di questi e simili apparati, ha prodotto una lunga discussione negli USA: da un lato infatti possono svolgere il lavoro più pericoloso, mettendo in salvo le vite di molti soldati. Dall’altro, all’aumentare degli automatismi che si affiancano al controllo remoto da parte di personale – da progetto i robot non possono sparare senza esplicita autorizzazione ma dispongono di numerosi sensori fra cui quello che rileva automaticamente il fuoco di un AK47 – aumentano anche i rischi di incidenti letali.
In conseguenza di questi malfunzionamenti, gli SWORDS sono stati rimpatriati per ulteriori verifiche. Riusciranno i tecnici ad evitare la paradossale situazione in cui delle macchine si macchiano di crimini di guerra?
Fonte: Dailytech