Questa notte, attorno a mezzanotte, uscite di casa, sperando in un cielo sereno, e alzate il naso per circa 30 secondi. Questo dovrebbe essere il tempo di attesa necessario per vedere una “stella cadente”, uno dei meteoriti che compongono lo sciame delle Geminidi, che raggiungeranno il picco di visibilità proprio stanotte, tra il 13 e il 14 Dicembre, quando ne passeranno quasi 120 all’ora. Le Geminidi sono lo sciame meteorico più intenso dell’intero anno, durano per diversi giorni e hanno la particolare caratteristica di essere visibili da praticamente qualsiasi punto della Terra.
Il fenomeno delle cosidette “stelle cadenti” è uno degli spettacoli più piacevoli che il cielo notturno ci offre. Sebbene il nome comune faccia riferimento a delle stelle, quello che avviene in realtà è che uno sciame meteorico, ovvero un insieme di piccoli frammenti di roccia, chiamati appunto meteoriti, entra nell’atmosfera terrestre. Questi frammenti si infiammano nel passaggio ad alta velocità all’interno dell’atmosfera, bruciando prima di poter raggiungere il suolo e regalandoci lo spettacolo luminoso che tutti conosciamo.
Questo fenomeno generalmente avviene quando la Terra, lungo la sua orbita, incrocia una scia di detriti lasciata da una cometa. Poiché le comete presenti nel sistema solare hanno anch’esse un orbita attorno al Sole, anche se molto più larga ed eccentrica di quella terrestre, molti di questi sciami meteoritici sono periodici, ovvero avvengono in determinati periodi dell’anno, quando la Terra si trova in una certa posizione lungo l’orbita. I nomi che vengono assegnati a questi sciami richiamano il nome della costellazione da cui sembrano provenire, anche se in realtà nulla hanno a che fare con le stelle lontane. Uno degli sciami più famosi è quello delle Perseidi, che picca attorno al 12 Agosto. In passato erano note come “lacrime di San Lorenzo”, poiché raggiungevano il momento di massima visibilità il 10 Agosto. A causa della precessione degli equinozi questa data si è ora spostata al 12 Agosto.
Tutti questi sciami hanno una particolare origine, una cometa ben precisa a cui fare riferimento e di cui si può studiare l’orbita. Per esempio le Perseidi sono causate dal passaggio della cometa Swift-Tuttle, il cui prossimo passaggio al perielio (il punto in cui si troverà più vicina alla Terra) è previsto per l’anno 2126.
Lo sciame delle Geminidi si differenzia dagli altri per diversi aspetti, rendendolo ancora più curioso ed interessante. Innanzi tutto, contrariamente a quanto avviene per gli altri sciami, di cui disponiamo di documentazione molto antica, le Geminidi sono state osservate per la prima volta solo nel Dicembre 1862. Nel giro di circa un secolo, le Geminidi sono passate dall’essere un fenomeno notabile solo da qualche esperto, a uno spettacolo tra i più visibili del cielo notturno. Hanno avuto quindi uno sviluppo estremamente rapido, contrariamente a quanto si è osservato per altri sciami. Questo porterà anche alla loro rapida scomparsa: gli astronomi credono che non saranno più visibili già alla fine del nostro secolo.
Il secondo aspetto che rende le Geminidi particolari è che non sono generate da una cometa, ma da un asteroide chiamato 3200 Phaethon, scoperto nel 1983. Che le comete lascino una scia è cosa nota da millenni. Ma l’asteroide 3200 Phaeton non ha questo comportamento e l’origine delle Geminidi è ancora un mistero. L’asteroide ha la struttura propria di un vero asteroide, senza il ghiaccio o gli elementi che contraddistinguono le comete. La sua orbita si interseca con la cintura degli asteroidi e la sua struttura ricorda molto quella dell’asteroide Pallas. Si è anche pensato che lo sciame meteorico derivi dai detriti causati da un forte impatto che lo ha fatto separare da Pallas. Quest’ipotesi, però, è in disaccordo con le osservazioni, che mostrano che le Geminidi sono generate nel momento in cui Phaethon si avvicina al Sole, e non quando è nella fascia degli asteroidi. D’altro canto, la sua orbita, che passa molto vicino al Sole, sembra assomigliare di più ad un orbita cometaria che a quella di un ordinario asteroide. Una possibile spiegazione è che si trattasse di una cometa in tempi andati, ma la vicinanza con il Sole abbia causato la scomparsa del ghiaccio e delle polveri dalla sua superficie.
Ma è veramente così? Lo studio, che forse svelerà questo mistero una volta per tutte, è stato pubblicato lo scorso Novembre sulla rivista The Astronomical Journal. Gli astronomi David Jewitt e Jing Li hanno osservato l’asteroide nel Giugno 2009, quando è passato nel range di osservazione del satellite STEREO, che monitorizzaa l’attività solare. Hanno così potuto osservare il comportamente di 3200 Phaeton quando si trovava estremamente vicino alla superficie del Sole, appena 15 diametri solari dalla sua superficie. La temperatura superficiale dell’asteroide era a quel punto decisamente troppo alta per pensare che le Geminidi possano essere orginate da polvere e ghiaccio come avviene per le meteore delle comete. La spiegazione più valida sembra essere, invece, che il Sole “cuoce” letteralmente la roccia dell’asteroide, causandone la frattura. Questo procedimento, però, genera soltanto una piccolissima frazione della polvere e dei frammenti necessari per giustificare il flusso delle Geminidi. È quindi possibile che avvenga più volte nel corso di un passaggio dell’asteroide vicino al Sole, oppure che in passato si sbriciolasse con più facilità.
Di certo questo articolo chiarisce molto il mistero dietro alle Geminidi, seppure non sia in grado di svelarne tutti i segreti. Quello che però è sempre interessante e piacevole fare è uscire all’aria aperta e godersi lo spettacolo di questa pioggia infuocata che questa notte rischiarerà il cielo. Se poi sarete sfortunati, e invece di avere un limpido cielo invernale vedrete soltanto una fissa coltre di nuvole (come probabilmente succederà a me qui in Olanda), potrete sempre consolarvi asoltando l’eco delle meteore dal sito Space Weather Radio.