Dopo che la Commissione Olimpica Internazionale (IOC) ha comunicato agli organizzatori di Beijing che Internet sarebbe dovuta rimanere accessibile durante il periodo dei giochi olimpici 2008, pare che sia ora possibile accedere da Beijing stesso e da Shanghai, alla versione inglese di Wikipedia, la più famosa enciclopedia online basata su contenuti generati dagli utenti.
Rimane invece non accessibile la versione in Cinese della stessa enciclopedia, ed alcuni termini “sensibili” come Tibet e Tiananmen, direttamente riconducibili a temi scomodi per la Cina.
I prossimi giochi Olimpici che si svolgeranno in Cina sollevano nei Paesi occidentali profonde questioni etiche, legate al mancato rispetto da parte di questa immensa e complessa nazione nei confronti dei diritti dell’uomo, non ultimo quello della libertà di parola. In relazione a questi interrogativi, un ampio fronte sostiene che sarebbe opportuno boicottare i giochi, a meno che tali diritti non siano riconosciuti.
Questo piccolo, piccolissimo, segnale, forse ci può far sperare che qualcosa possa succedere grazie alla magnifica capacità dello sport di veicolare princìpi e valori. Il mondo civile non può certamente chiudere gli occhi di fronte alle violazioni dei diritti dell’uomo, d’altro canto credo sia evidente il fallimento dei tentativi di “esportare la democrazia”.
Atti di forza come boicottare i giochi, forse non produrrebbero gli stessi effetti che potrebbero invece portare pressioni sociali, economiche e piccoli gesti, seppure simbolici, come le iniziative promosse da Amnesty International.