Con la nuova primavera del tablet seguita al lancio di iPad, si è aperta una lotta fra i protagonisti del mondo informatico, per la rincorsa alla leadership di questo nuovo segmento.
Essendo il tablet un elemento tutto sommato esterno ai modelli d’uso esistenti, il principale impegno a cui devono dedicarsi coloro che desiderano competere nel segmento è quello di ideare un modello d’uso univoco su cui incentrare la value proposition.
Nella traiettoria del tablet di Apple, ma anche di prodotti concorrenti, è finita anche la funzione e-reader, fino a qualche tempo occupata da dispositivi specializzati, con schermi e-ink ad elevata leggibilità.
Questi dispositivi, di cui il Kindle di Amazon è portabandiera dal 2007, hanno conosciuto una diffusione di nicchia rispetto ai volumi di vendita che dopo il boom di iPad ci si attende in tutta l’industria; cionondimeno rappresentano ancor oggi la soluzione migliore per chi voglia leggere testi elettronici.
Al prezzo di una inferiore leggibilità, causata dallo schermo retroilluminato LCD, il tablet offre rispetto all’e-reader la possibilità di fruire di contenuti più dinamici e interattivi, confezionati magari all’interno di riviste digitali o e-book di nuova generazione.
Malgrado le differenti funzionalità e i diversi svantaggi delle due piattaforme, fra tablet ed e-reader una guerra è in atto. Innanzitutto per il form factor: un iPad e un Kindle, pur diversi come peso e dimensioni, rischiano di contendersi lo stesso spazio nella tracolla, nello zaino o nella borsetta, sul volo Malpensa – New York o sul comodino a fianco al letto.
Poi c’è il prezzo: fino a qualche tempo fa la versione DX del Kindle costava solo 20$ in meno dell’entry level di iPad. Col lancio del Kindle 3 Amazon ha operato un deciso taglio di prezzo, che colloca ora l’entry level del Kindle a 1/4 circa dell’entry level dell’iPad.
Una manovra questa che conferma quanto, nella visione dei manager di Amazon, fra Kindle e iPad, malgrado tutte le differenze, ci sia un problema di sovrapposizione sullo stesso segmento – tanto più che la stessa Amazon, al fine di ampliare l’addressable market del suo Kindle Store, ha sviluppato da tempo applicazioni Kindle per iPhone e iPad.
Il nuovo prezzo di Kindle ne fa dunque un possibile dispositivo da affiancare a un tablet full featured, non più qualcosa che si contende (oltre allo stesso spazio in borsa etc.) anche lo stesso budget.
Se questa mossa di Amazon riuscirà a contenere il dilagare del tablet nel mercato e-reader è difficile dirlo. Certo è che, in un sol colpo, il taglio costringe tutti i competitor nella nicchia e-ink ad allinearsi a quel prezzo o sparire. Se poi consideriamo che Kindle potrebbe finire prima o poi offerto in comodato assieme a un abbonamento legato ai contenuti, possiamo immaginare quale genere di futuro possa attendere i competitor di Kindle.
Tornando al confronto, da questo pezzo di Read Write Web – datato sei mesi prima dell’annuncio di iPad – si evidenzia un trend che il lancio di iPad ha solo confermato: funzionalità che vanno oltre la semplice lettura rappresentano un moltiplicatore per il mercato e-book ed e-reader.
In generale per le citate capacità del tablet di aprire la strada a un nuovo modo di consultazione e composizione di contenuti – un modo per l’appunto tablet-friendly. Ill tablet in effetti ha dimostrato di poter muovere grossi volumi di vendita, grazie anche a una serie di feature esterne a quelle di un semplice e-reader.
Volumi che incrementano a dismisura il mercato potenziale di qualunque prodotto editoriale confezionato in formato elettronico, e che dunque attraggono gli investimenti dei gruppi editoriali.
Una cosa è certa: fino a quando i display LCD a colori non riusciranno ad avvicinare la leggibilità degli schermi e-ink, soluzioni e-reader basate su questa tecnologia avranno una solida ragion d’essere. Magari in una nicchia, con volumi di vendita sottomultipli dei tablet, magari in comodato d’uso gratuito con questo o quel catalogo editoriale, ma ce l’avranno.