Più volte ho cercato di spiegare quanto internet e il buzz che si genera nella blogosfera può fare bene alle società che sanno sfruttarlo con intelligenza ed onestà. Altrettanto spesso ho sottolineato come la rete abbia un potere altrettanto elevato di distruggere le società che si comportano male.
Questa volta, esempio di “bad practice”, tocca a T-Mobile che avuto l’infelice idea di intimare al popolarissimo blog tecnologico Engadget di non usare il colore magenta per la sua versione dedicata al mondo “mobile”.
Inutile dire che nel giro di poche ore la blogosfera internazionale, dato che internazionale è il pubblico di Engadget, si è scagliata contro T-Mobile che, di fatto, cerca di monopolizzare il colore magenta, come se fosse la sola a poterlo usare.
Engadget ha risposto con grande ironia modificando il proprio logo da “Engadget Mobile” a “Engadget t-mobile”, quasi a voler provocare il noto operatore di telefonia mobile teutonico, senza accennare minimamente ad accontentare le eccentriche richieste di T-Mobile.
La figura fatta dall’operatore su scala mondiale è stata pessima, l’immagine di T-Mobile passata al pubblico è quella di un’azienda arrogante e aggressiva che vuole monopolizzare persino i colori.
L’aver aggredito un blog così diffuso ha poi provocato una immediata deflagrazione in tutta la blogosfera, che si è stretta attorno al popolare blog aumentando ancora di più il danno. Sarà ora dura per le PR di T-Mobile ricomporre il danno, come lo fu per HSBC anch’essa pesantemente danneggiata dalla blogosfera che si scagliò contro.
La rete, dove è ben sviluppata, dimostra di vivere, pulsare ed essere forte, capace di dare fastidio anche a colossi “intoccabili”. Tocca ora alle aziende prendere atto di questo cambiamento (non in atto, ma già avvenuto da un pezzo) e adeguarsi.