Dopo aver affrontato il tema ebook parlando di iPad, mi sono preso un po’ di tempo per riflettere sul rapporto fra il caro e vecchio medium cartaceo e la sua versione elettronica.
Ultimamente mi capita spesso nelle classiche discussioni da bar fra amici, di affrontare il discorso ebook vs libri fisici. Con la diffusione di dispositivi di tutti i prezzi e tutte le taglie, con entry level ormai davvero abbordabile, il libro corre un serio pericolo?
Di solito le posizioni si dividono abbastanza nettamente: c’è chi, sperimentata la comodità del libro elettronico non tornerebbe più indietro e chi, di converso, rimane attaccato all’oggetto e al suo tradizionale modello d’uso.
Quando ci si getta sulle previsioni, le due posizioni solitamente tendono a convergere: nel futuro prossimo ci sarà spazio tanto per gli ebook quanto per i libri, si tratta di oggetti complementari e via discorrendo.
Un elemento paralizza tuttavia la discussione: quanto richiederà la migrazione dal libro all’ebook?
A questa domanda la maggior parte degli astanti si trova a riconoscere che una parte infinitesimale dei libri letti negli ultimi mesi è stata acquistata in formato ebook. Anche guardando le liste dei desideri, la disponibilità di versioni ebook dei testi desiderati appare spesso molto limitata.
Ecco, per poter parlare di scontro fra ebook e libro, bisognerebbe perlomeno partire dalle stesse condizioni, ossia dalla medesima disponibilità di titoli.
Ma quanto manca a questa “parità”? A giudicare da un rapido confronto fra i cataloghi dei maggiori e-tailers mondiali, un abisso. Non parliamo poi dei cataloghi localizzati: malgrado le grandi fanfare di Apple ed Amazon, la stragrande maggioranza dei titoli delle piattaforme Kindle ed eBooks sono in inglese.
Al contempo la scorciatoia di una “digitalizzazione fai da te” – simile a quella che ha portato all’esplosione dell’mp3 – è impraticabile per motivi pratici prima che legali, perlomeno su larga scala.
Se i grandi e-tailer faticano ancora a popolare i cataloghi, il business della vendita online di ebook stenta ancora a trovare una sua conformazione definitiva: trionferanno e-reader integrati verticalmente con un solo store (Kindle)? O piuttosto dispositivi tablet capaci di accedere ai cataloghi di vari store sotto forma di applicazioni?
Di più: che ruolo avranno gli editori nazionali e medio/piccoli? Seguiranno una strada proprietaria associando il proprio catalogo ad una piattaforma chiusa, o piuttosto confluiranno in un consorzio? E le catene di rivendita?
Nell’impossibilità di leggere il futuro, una conclusione è possibile tirarla fin d’ora: il libro cartaceo, a differenza del CD, gode ancora di ottima salute. Il motivo è molto semplice: a differenza della rivoluzione mp3, avvenuta nonostante le major, la rivoluzione dell’ebook sta venendo scandita dai colossi dell’editoria, per di più con poco coordinamento e molta frammentazione.
In questa confusione rimane fondamentale il ruolo del formato epub come fattor comune fra le varie piattaforme, ma da qui al profilarsi di un modello che possa rimpiazzare nei grandi numeri il libro cartaceo, mancano ancora lustri.