Siamo abituati ad attribuire le grandi innovazioni del settore informatico ad aziende e a tecnici statunitensi, così come quelle elettroniche alle geniali menti del Sol Levante.
Purtroppo in questo walzer tra un lato e l’altro del globo, l’Italia è quasi sempre un semplice spettatore che fatica a tenere il passo e a captare le nuove opportunità.
Eppure proprio un italiano ha accesso la fiamma che scalda il cuore dei nostri computer, il microprocessore. Si tratta di Federico Faggin, vicentino doc, laureatosi in Fisica all’università di Padova nel 1965.
Prima di raggiungere l’obiettivo accademico, Faggin passa alcuni anni alla Olivetti, ricoprendo anche il ruolo di responsabile del progetto di un piccolo computer digitale.
Forte dell’esperienza maturata e della tesi sui flying spot scanner (sensori), si dedica per due anni, dopo la laurea, all’attività di ricerca presso l’università, prima di approdare nel 1967 alla SGS-Fairchild (oggi STMicroelectronics) in Brianza. Qui sviluppa i principi della tecnologia MOS, Metal Oxide Semiconductor, destinata a diventare la base per la produzione dei moderni circuiti integrati.
Nel 1968 la società lo invia presso la consociata Fairchild Semiconductor (ne abbiamo parlato qui), nella mitica Palo Alto in California, dove assume, in breve tempo, il ruolo di Team Lead nel progetto che concretizza i suoi studi sulla tecnologia MOS. A due anni di distanza il fisico italiano approda alla Intel, fondata da altri due ex dipendenti della Fairchild, Robert Noyce e Gordon Moore.
Faggin entra così in contatto con gli ingegneri americani Marcian Edward Hoff Jr. e Stanley Maze per il progetto commissionato dalla giapponese BusiCom, interessata ad un sistema elettronico per la sua nuova calcolatrice da tavolo. I tre tecnici riprogettano l’intero circuito computazionale in modo da essere contenuto in un unico chip e nel 1971 presentano l’Intel 4004, il primo microprocessore su singolo chip della storia. In realtà viene realizzata un’intera famiglia di chip, l’ MCS-4, composta, oltre dal 4004 a 4bit, anche dal 4001 (ROM), dal 4002 (RAM) e dal 4003 (Shift Register).
Figura 1 – Intel 4004
Il costo di sviluppo fu di circa 150.000$, un infinitesimo se confrontato con i costi dei sistemi hardware del periodo, molto più complessi e, soprattutto, inferiori, a livello computazionale. Il 4004 è in grado di elaborare 60 mila operazioni al secondo, indirizzare fino a 4 kbit di memoria e viene proposto ad un prezzo di 400$. Ma l’innovazione non si ferma e i laboratori Intel, a solo un anno di distanza, presentano l’8008 (ne abbiamo parlato qui), sempre sotto l’attenta guida di Faggin. Si tratta del primo chip interamente a 8 bit, su cui Scelbi realizza il primo microcomputer in “scatola da montaggio” al prezzo di 450$.
Ma nel mondo dei microprocessori manca ancora il supporto agli interrupt per la gestione delle periferiche esterne, richiesto a gran voce dai big del settore OEM, e Faggin risponde progettando l’8080, che, nonostante le remore iniziali del management societario, conquista rapidamente il mercato dei microcalcolatori. Soprattutto la nuova CPU diventa la base di sviluppo per l’8088 utilizzato da IBM nel progetto originale del suo PC.
Nonostante il successo, il legame tra Faggin ed Intel si è ormai incrinato e nel 1974 il fisico lascia la società per fondare la Zilog, Z(latest)-i(ntegrated)-log(ic) devices (ultimissimi ritrovati nei circuiti integrati), a Cupertino. A due anni di distanza nasce lo Z-80, il microprocessore più evoluto dell’epoca, rimasto sulla cresta dell’onda per oltre quindici anni ed utilizzato, in forma di clone, persino sul GameBoy di Nintendo.
Figura 2 – Z80
Faggin, però, guarda ancora oltre e, dopo aver lasciato la Zilog, per contrasti con i finanziatori, fonda agli inizi degli anni ‘80 la Cygnet, operante nel settore delle telecomunicazioni, e nel 1986 la Synaptics con cui realizza il Touchpad.
Come evidenziato, Faggin è stato sicuramente fautore di invenzioni che hanno cambiato il concetto stesso di tecnologia, anche se i Big del settore hanno spesso cercato di offuscarne i successi. Intel non gli ha mai perdonato l’addio, tentando addirittura di attribuire la paternità del 4004 ad un altro suo fedelissimo progettista. Tentativo del tutto inutile visto che sui Wafer del processore sono chiaramente visibili le iniziali “F.F.” e che i primi due brevetti riguardanti il 4004 sono proprio a nome di Faggin.
Anche i rapporti con IBM non sono mai stati facili, essendo la Zilog finanziata dalla Exxon (proprietaria, tra gli altri, della ESSO) in diretta contrapposizione con BigBlue. Questo, probabilmente, fu uno dei motivi per cui il PC IBM venne progettato sul meno potente 8088/8086 invece che sul prestante Z80. La ruggine accumulata è perdurata fino al decennio scorso, come prova il fatto che IBM ha tentato, in ogni modo, di trovare una soluzione alternativa al touchpad per i suoi notebook.
Attualmente Faggin è amministratore delegato della Foveon, compagnia che produce avanzati sensori di immagine per fotocamere digitali, tra cui Foveon X3, ritornando un po’ alle sue origini, ovvero all’argomento della sua tesi e ai primi anni da ricercatore.
Insomma un Italiano con la “I” maiuscola che ancora una volta dimostra come il nostro Paese sia ai vertici quando si parla di eccellenze e di innovazioni destinate a condizionare il futuro. L’unica amarezza è che poi il “sistema Italia” non è quasi mai in grado di cogliere l’attimo, perdendo il treno che altri prendono al volo. Un esempio ulteriore: Olivetti…. ma questa è un’altra storia che presto racconteremo.
Video sul 35esimo anniversario dell’Intel 4004