Dopo un agosto a “tiratura limitata”, Appunti Digitali ha ripreso le sue consuete uscite quotidiane.
La valigia del videogamer ed il suo curatore si sono concessi una pausa (direi meritata dopo un anno ininterrotto di lavoro). Questo vuoto,che cercheremo di colmare, però, non è giunto invano.
Le settimane di libertà hanno infatti permesso al sottoscritto di concedersi una vacanza da tempo programmata ed organizzata ma soprattutto desiderata.
Da anni sognavo di visitare l’Oriente ed in particolar modo la terra del Sol Levante ed il 2010 si è rivelato l’anno buono.
Direte voi: “ok, ma venire a conoscenza delle ferie del buon Jacopo Cocchi…tutto sommato…cosa ce ne viene in tasca? Cosa ha a che fare questo con il tema della rubrica?”
Se vi ricordate, circa un anno e mezzo fa, venne pubblicato un pezzo sul Giappone, meta imprescindibile nelle rotte dei collezionisti, appassionati di retrogaming.
Questa volta, dopo aver vissuto l’avventura in prima persona, racconterò come (opinione personale logicamente) Akihabara è sì La Mecca per i retro-appassionati, ma forse tra le mete meno interessanti offerte da Tokyo.
Il viaggio.
Parto da lontano, con qualche dettaglio in più del necessario, ma utile a spiegare la pianificazione del periodo.
Mio fratello studia lingue orientali a Venezia ed il primo idioma scelto è proprio il giapponese.
La sua compagnia, rivelatasi più che preziosa, era fondamentale per chi, come me, non aveva mai varcato quei lidi né ha la padronanza linguistica necessaria per farsi capire da persone che non sono in grado di parlare l’inglese.
E, come avremo modo di spiegare, sono davvero tante in terra nipponica.
Inoltre, Tancredi aveva vissuto già tre mesi in quel di Tokyo. Quale miglior Cicerone avrei mai potuto chiedere?
Appena tornato alla base, la prima frase da lui pronunciata fu: “il prossimo anno ci ritorno”.
E quindi tra il novembre e dicembre del 2009 abbiamo iniziato a mettere giù le basi per un viaggio insieme.
Apro una parentesi. Il resoconto sarà abbastanza dettagliato anche nelle informazioni di contorno, per permettere, a chi volesse intraprendere lo stesso percorso, di avere un quadro piuttosto preciso sulle spese, tempistiche per organizzarsi. Insomma qualsiasi cosa possa tornarvi utile qualora decideste di visitare questo magnifico Paese.
Dopo un mese intenti a vagliare quale rotta fosse la più papabile dal punto di vista pratico ed economico ci siamo soffermati sul volo offerto dalla Emirates, essenzialmente per due motivi.
Il primo constava sull’aereoporto. Da Udine, Venezia appariva decisamente la scelta più sensata. E’ vero, partendo da Malpensa si potevano risparmiare 130, 150 forse addirittura 200 Euro.
Ma valeva la pena fare una sfacchinata di quattro ore (rimanendo ottimisti) all’andata e quattro al ritorno con conseguenti costi aggiuntivi di trasporto e relativa stanchezza?
La risposta è no. Per cui il consiglio è: scegliete bene in base a dove si trova la vostra residenza. Meglio uno scalo tecnico nel mezzo (durante il quale comunque girerete senza il bagaglio di maggior peso) piuttosto che molte ore spese a raggiungere l’aereoporto.
Il secondo era dettato dall’orario di partenza e di arrivo, ovvero il primo pomeriggio. Assolutamente abbordabile tenendo conto dei preparativi e del check-in.
Altro elemento da tenere ben presente, e che può fare la differenza nel caso in cui siete sicuri di fare numerosi acquisti soprattutto di retrogaming (le console boxate pesano), è il peso o numero dei colli a disposizione di ogni passeggero.
Siccome non ho particolari segreti, il prezzo del ticket si è aggirato intorno agli 800 Euro, comprensivo di tasse aereoportuali ed assicurazione (anche se per pochi giorni consiglio caldamente di farla).
Essendo legato alle scadenze universitarie del fratellino non c’erano grandi margini di manovra.
Se potete scegliere valutate di partire in un periodo differente, per due ragioni.
La prima è che in “alta stagione” difficilmente vi discostereste da quei prezzi. Tenete presente che noi abbiamo prenotato il biglietto ad inizio anno.
Si può ragionare anche in termini di last minute ma è sempre un terno al lotto. Per beccare l’offerta più invitante occorre controllare di giorno in giorno e perdere discreto tempo.
Ma è altresì vero che, ciclicamente, alcune compagnie (in particolare Alitalia ed Air France) offrono voli a 500 Euro o poco più nei mesi di primavera o autunnali.
La seconda motivazione riguarda prettamente la temperatura del luogo.
Tokyo, d’estate, è una città estremamente calda. Le capitali italiane non sono da meno, è vero, quel che però manca è l’afa a volte irresistibile cui siete soggetti in Giappone.
Durante la mia permanenza, dal 12 al 27 agosto, la colonnina non è mai scesa sotto il 70% di umidità con punte che oscillavano tranquillamente tra il 90 ed il 100%.
I 30-32° percepiti diventavano quindi 40 con il risultato di provare fatica anche nei più piccoli spostamenti a piedi. L’aria condizionata è onnipresente nella metro e nei negozi ma prima o poi all’aperto dovete uscire per forza e lì, garantisco, sono dolori.
In primavera, invece, non solo godreste della magnifica fioritura dei ciliegi ma anche di un clima decisamente più mite, clima che aiuta la visita dei vari luoghi turistici e non solo.
Chiuso il capitolo “mezzo di trasporto”, apriamo quello dell’alloggio.
In questo caso l’imperativo era “arrangiarsi”.
La sistemazione del fratellino era già pronta per cui l’unico vincolo risultava nel cercare una camera la quale fosse sufficientemente vicina in modo tale da non perdere troppo tempo nello spostarsi e trovarsi per poi iniziare la giornata da visitatore.
Tokyo è una metropoli tra le più grandi e popolose al mondo. Un arco temporale di mezzora per raggiungere una persona o un luogo è quindi assolutamente accettabile. Ed era il limite che ci eravamo dati prima di stabilire l’albergo della destinazione.
Due condizioni essenziali devono essere soddisfatte. Posizione e vicinanza con la metropolitana.
La prima vi consente di poter girare magari a piedi senza i vincoli della metro (che chiude non più tardi dell’una) e godere dei divertimenti, numerosi, che la città ha da offrire.
Quartieri come Shinjuku, la giovanile Shibuya o Ikebukuro potrebbero essere delle buone zone di partenza.
Le rispettive stazioni sono molto grandi (la prima è la più trafficata al mondo, tanto per darvi un’idea delle dimensioni e del numero di persone transitanti) e sono in grado di portarvi più o meno ovunque all’interno della città.
Con spazi e tempi così dilatati, soprattutto se dovete girare spesso con pesi come nel caso della vita da turista, avere il mezzo di locomozione più comodo a portata di mano è, secondo me, essenziale.
Dopo una ricerca di un paio di settimane tra consigli e ricerche sul web, sono approdato all’Hotel Lonestar (lo nomino perché effettivamente mi sono trovato più che bene). Tre stelle, pulito, con servizi minimi quali colazione ed Internet gratuito in camera, personale affidabile, cortese (ma questa scoprirete è una caratteristica di tutti i giapponesi) ed in grado di colloquiare in inglese.
Nel caso in cui voleste risparmiare qualcosa le camere doppie sono senz’altro una valida opzione rimanendo nell’egida degli alberghi.
Magari per il primo viaggio, in cui dovrete ovviamente fare l’abitudine alle misure della città ed all’ambiente, consiglio di rilassarvi e prendere le cose con filosofia.
Spendete, se potete, qualcosa di più per stare comodi (alloggio compreso) e non fate gli orologi svizzeri con sveglia alle 6, conseguenti 14 ore di camminate tra templi e negozi, perché finireste per non godervi la vacanza.
Se invece il budget è molto limitato (e di questi tempi lo è spesso e volentieri) oppure volete completamente immergervi nella tradizione nipponica, le ryokan (guest house giapponesi) sono un’altrettanto valida alternativa.
Un paio di risorse online su cui fare affidamento: TripAdvisor, il quale divide gli alberghi per città e stila una classifica in base ai feedback degli iscritti, Sakura-House per le ryokan.
Questo per cominciare, poi sbizzarritevi nel fare i confronti di prezzo, esperienze, le informazioni certo non mancano.
Chiuso questo aspetto non restava che preparare armi e bagagli. La macchina fotografica è uno strumento indispensabile. Ad ogni metro del vostro incedere sarete travolti da un senso di meraviglia e di nuovo tali da non esimersi dal documentarli.
Nonostante sia piuttosto profano in materia devo dire che mi sono piacevolmente (e con qualche risultato apprezzabile) sbizzarrito. Fatelo anche voi. Il lato divertente è che, all’improvviso, capirete per quale motivo i giapponesi, quando visitano il nostro Paese, si fermano a fotografare qualsiasi cosa.
E’ totalmente diversa dalla realtà in cui vivono. Lo stesso vale per noi.
Partenza 11 agosto. Dopo sei ore di volo scalo tecnico a Dubai, il cui aereoporto è piena espressione della ricchezza di ornamenti e magnificenza architetturale dell’UAE, altre dodici ore di volo e finalmente l’atterraggio a Narita.
Un giorno di viaggio per un’avventura che era solo agli inizi.
Il tempo però ahimè tiranno per cui “stay tuned” direbbero gli anglofoni, la prossima settimana ripartiamo da qui ;) .