Lo so, qualcuno potrebbe chiamarmi ingenuo, ma io ho sempre letto nel modo di fare business di Apple “quel qualcosa in più” che altre società dello stesso settore non avevano, prima su tutti un’attenzione al cliente superiore alla norma e sincera.
Fa parlare il fatto che gli utenti Windows di iTunes, anche se non hanno installato Safari, hanno ricevuto, con la dicitura di “aggiornamento”, l’ultima versione del browser di Cupertino: Safari 3.1.
È un’evidente mossa per catturare i tanti utenti Windows che, comprato un iPod, usano iTunes per gestire la propria musica, ma magari, contenti di Firefox o persino di Internet Explorer, non hanno installato Safari.
Ebbene questa mossa non fa altro che confondere il cliente il quale, credendo di installare un aggiornamento legato ad iTunes, in realtà scarica un software nuovo e completamente diverso, che non è detto desideri. Non credo, infatti, che la maggioranza degli utenti vada a leggersi con attenzione e cura la descrizione di ogni aggiornamento che scarica e installa.
Peccato, trovo questa una caduta di stile che avvicina Apple ad altre aziende, note per i loro modi scorretti e subdoli di fare marketing e diffondere i propri prodotti. Se Safari è davvero migliore la gente se ne accorgerà e se lo installerà, come peraltro è successo a Firefox che è partito molto più svantaggiato rispetto a Safari.
Trasformare una piattaforma di successo come iTunes, in un “cavallo di troia” per un prodotto ancora lungi dall’affermarsi nel mondo Windows, lo trovo davvero poco nobile e, soprattutto, poco consigliabile per un’azienda come Apple, che ha da sempre fatto propria (almeno a parole) la filosofia “Think Different”.
In questo caso di “different” vedo poco, mentre vedo un “think” molto omologato a certa concorrenza.