Può sembrare davvero strano, ma nel 2008 ci sono ancora paesi nei quali l’aver aperto il mercato alla “libera” vendita di computer e lettori DVD fa notizia .
Stiamo parlando di Cuba, la stupenda isola caraibica di recente passata sotto il controllo di Raul Castro, che, tra i primi provvedimenti firmati, ha deciso di legalizzare la vendita di elettronica di consumo.
Durante la dittatura di Fidel era infatti vietato ai cubani possedere televisioni, computer, lettori dvd ed elettronica in generale, appannaggio esclusivo della casta al potere, delle persone “autorizzate” e dei cubani che riuscivano a procurarsi qualche gadget al mercato nero (rischiando peraltro grosso, laddove fossero stati scoperti).
Il motivo ufficiale di questa scelta è che solo ora Cuba è dotata del sufficiente livello di approvigionamento elettrico, necessario per far funzionare l’elettronica nelle case dei cubani.
Inutile dire che, come avviene in Cina, anche nella Cuba comunista l’accesso ad Internet è pesantemente filtrato e la gran parte dei siti “occidentali” sono oscurati. È in ogni caso un piccolissimo passo in avanti, da accogliere positivamente, che porta una ventata di novità nella vita quotidiana dei cubani.
La possibilità di accedere alle informazioni provenienti dal resto del mondo, nonostante i filtri e le censure, è un fatto molto positivo perché, come si vede già oggi in altre parti del mondo, consente ai dissidenti di comunicare, organizzarsi e diffondere all’esterno le proprie idee e i propri messaggi.
La rivoluzione informatica ha portato tra i tanti vantaggi anche quello di fornire un utilissimo strumento di lotta per la libertà, anche se non sempre così efficace come si pensa ma, pur sempre, meglio dell’isolamento assoluto.