Non sempre nella storia informatica sono i prodotti migliori a trionfare. Molto spesso anzi, fredde logiche commerciali e/o errori palesi di marketing, decretano la fine di prodotti validi, consegnando al mercato soluzioni tecnicamente inferiori.
Senza tema di smentita, è questo il caso dell’OS progettato congiuntamente da IBM e Microsoft per rappresentare il successore di MS-DOS e delle prime, poco fortunate, versioni di Windows: parliamo di OS/2, il primo sistema operativo nella storia dell’informatica attorno a cui si è costituito un gruppo di supporter volontari.
L’argomento è fin troppo vasto per poter essere affrontato esaustivamente nello spazio concesso da un blog. Desidero tuttavia tratteggiare per sommi capi la parabola di OS/2, il sistema operativo che avrebbe potuto portare il multitasking nel mass market già ai tempi del PC AT (basato sulla CPU Intel 80286), ovverosia il 1984. Se non fosse stato per Windows…
Va innanzitutto ricordato che, ai tempi dei primi PC IBM, se durante la scrittura di una lettera commerciale avessimo avuto bisogno di fare un calcolo, ci si sarebbero presentate tre alternative: fare il calcolo a mente, mollare il nostro costoso giocattolo per cercare una calcolatrice da 10.000 lire, o salvare la lettera, cambiare dischetto, riavviare il PC e lanciare l’applicazione “calcolatrice”. Insomma: c’era bisogno di multitasking: dopotutto gli esseri umani, chi più, chi meno, sono macchine multitasking.
Fu così che, dopo aver vinto la riluttanza di Bill Gates a scrivere un OS che fosse in grado di trarre vantaggio delle intrinseche capacità multitasking dell’80286 – Gates riteneva fosse il caso di aspettare il 386, al tempo ancora in fase di sviluppo – IBM e Microsoft nel 1987 diedero alla luce OS/2 1.0: un OS ancora immaturo, dotato di una scarna interfaccia testuale ma già compatibile con MS-DOS e ricco di soluzioni all’avanguardia, tra cui, per l’appunto, il multitasking.
Va rimarcato che, a Redmond, lo sviluppo di OS/2 – lanciato in concomitanza con i sistemi IBM PS/2 – fu per alcuni anni contemporaneo a quello di Windows (la 1.0 è dell’85, la 2.0 dell’87), che però era poco più che una shell grafica costruita su MS-DOS, con rudimentali capacità di multitasking. Le novità di OS/2 al contrario, erano ben superiori alla sola GUI. Non dimentichiamo poi che negli anni ’80, fra MS e IBM, il gigante era IBM.
Nel 1990 si consumò dunque l’inevitabile scisma: da un lato MS realizzò che Windows 3.0 generava più danaro e aveva prospettive migliori di OS/2. Dall’altro, la visione di IBM, che intendeva usare OS/2 per incrementare le vendite dei suoi PS/2, era incompatibile con un mercato nato attorno a standard aperti – tra l’altro creati dalla stessa IBM – e perciò sempre più competitivo.
Fu così che dal ’90, lo sviluppo di OS/2 1.0 (e la prossima ventura versione 2.0) rimase nelle mani di IBM, che ne fece da allora un sistema più stabile, leggero e veloce di quanto non fosse mai stato ai tempi della partnership con Microsoft. OS/2 3.0, rimasto a MS ma ancora in fase preliminare, fu ribattezzato Windows NT.
Lo sviluppo dei due sistemi procedette da allora in modo competitivo, con Microsoft sempre più forte delle partnership con gli sviluppatori software e, soprattutto, coi produttori di “cloni”: gli stessi soggetti che andavano relegando IBM a un ruolo sempre più marginale nel mercato PC.
Nel 1992 OS/2 raggiunse la versione 2.0, unanimemente considerata a better DOS than DOS, a better Windows than Windows. Non a caso: coeva di Windows. 3.1, la seconda release dell’OS di IBM offriva un file system paragonabile a NTFS, il supporto a nomi file lunghi, la gestione contemporanea di varie istanze di MS-DOS, ciascuna isolata dalle fondamenta dell’OS. Tutto questo, quando il top delle CPU era il 486 e 8 mega di RAM erano un lusso.
Purtroppo per IBM, e un po’ anche per noi, era già troppo tardi. Con Windows 95 si sarebbe di lì a poco consumato il più grande lancio mai avvenuto nella storia informatica, e contestualmente, la definitiva marginalizzazione di OS/2.
OS/2, prima di essere venduto alla Serenity System, che lo ribattezzò eComStation, raggiunse la versione 4 (OS/2 Warp 4). Ad oggi, le pressioni su IBM per il rilascio dei sorgenti dell’OS – ormai commercialmente morto – sono andate deluse.
Col senno di poi, la fine di OS/2 è responsabilità di entrambe le aziende coinvolte nel suo sviluppo. Con la differenza che Microsoft ha avuto tutta la convenienza a soffocare OS/2 con accordi commerciali aggressivi e “monopolizzanti”, con produttori di PC e sviluppatori.
IBM dal canto suo, dopo aver pagato la scelta di aprire l’architettura PC con la progressiva marginalizzazione della sua quota di mercato nel settore – consumatasi visibilmente proprio ai tempi del PS/2 – ha tardato a capire che non era col software che poteva riconquistare il mercato hardware PC: nemmeno col migliore in circolazione.
Per ulteriori approfondimenti: A short story of OS/2 sulla cache di Google.