150 anni e non li dimostra: il Motore a Combustione Interna

Questo lunedì inizia per la rubrica Energia e Futuro una nuova serie di post il cui tema verterà su una delle tecnologie che più ha cambiato il nostro modo di vivere, ovvero il Motore a Combustione Interna, ed inizierà con un breve excursus storico per poi entrare nel vivo nei prossimi post.

L’EPOCA PIONIERISTICA

Verso la metà del 1800 la meccanica stava sperimentando un fortissimo impulso al suo sviluppo sull’onda della così detta “Rivoluzione Industriale” che stimolava la ricerca di sempre  nuovi dispositivi capaci di produrre energia meccanica in maniera più efficiente e sicura.

E’ in questo periodo che due ingegneri italiani, Nicolò Barsanti (poi conosciuto come Eugenio dopo la sua ordinazione a sacerdote) e Felice Matteucci collaborarono allo sviluppo delle idee del primo su di una macchina termica a combustione interna, idee che vennero sviluppate e che culminarono nel 1853 con il deposito dell’invenzione presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze e successivamente con varie richieste di brevetto in vari paesi.

(Francobollo celebrativo dedicato a Barsanti e Matteucci)

DA BARSANTI E MATTEUCCI A NIKOLAUS OTTO

Molti altri personaggi negli stessi anni svilupparono dei motori a combustione interna, ma la bontà dell’invenzione della coppia italiana era tale da permettere un maggiore rendimento rispetto alle soluzioni rivali, pur trattandosi di una soluzione che non prevedeva una fase di compressione.

Negli anni immediatamente successivi un ingegnere tedesco di nome Nikolaus Otto attraverso i suoi studi definì, nel 1862 attraverso il deposito di un brevetto, il primo prototipo di motore a 4 tempi e seguì ad esso la nascita della fabbrica di Otto, fondata con Eugen Langen, fabbrica che poi assumerà il nome Deutz con il quale è conosciuta a tutt’oggi.

(Nikolaus Otto)

Il motore di Otto utilizzava un sistema di accensione della carica dal quale discende la “candela” dei motori ad accensione comandata ed era ancora privo della fase di compressione.

Nel 1872, superati i problemi che affliggevano il motore da lui progettato mediante l’introduzione della fase di compressione, sviluppo dovuto al lavoro prezioso di altri due nomi che contribuiranno alla storia dell’automobile (Gottlieb DaimlerWilhelm Maybach), Otto depositò il brevetto di quello che viene riconosciuto il Motore a Ciclo Otto che costituì la base per buona parte dei motori che utilizziamo ancora adesso (quelli comunemente chiamati “a benzina“).

UN NUOVO CONCETTO – IL MOTORE DIESEL

Successivamente al brevetto presentato da Otto, un ingegnere tedesco di nome Rudolf Diesel orientò le sue ricerche su un motore nel quale la combustione venisse innescata non più da un dispositivo dedito a tale funzione, bensì avvenisse spontaneamente ad opera delle elevate temperature che si sviluppavano durante la compressione della carica di aria e combustibile nella camera di combustione.

(Rudolf Diesel)

La datazione del primo motore Diesel è del 1892 per quanto riguarda il brevetto, mentre tra il 1894 ed il 1897 Diesel realizzò e perfezionò il suo prototipo.

Il rendimento di tale motore fu superiore a quello del motore “rivale” Otto, analogamente a quanto avviene oggi e le caratteristiche tecniche di questo motore ne hanno consentito un impiego in applicazioni tra le più svariate.

Per quest’oggi è tutto, l’excursus storico nel mondo dei motori a combustione interna per il momento di ferma qui mentre l’appuntamento è sempre per lunedì prossimo, sempre su AppuntiDigitali con la rubrica Energia e Futuro.

Press ESC to close