L’argomento DRM, di cui abbiamo parlato diverse volte, è abbastanza controverso: da una parte c’è chi lo supporta perché lo vede come una forma di tutela degli investimenti fatti da software house e/o fornitori di contenuti, mentre dall’altra ci sono i consumatori che lo ritengono un intralcio (“ho già pagato, perché devi ancora infastidirmi?”); in mezzo opinioni variegate, comprese quelle del tutto illegittime (degli scrocconi).
Parlando di qualcosa che risulta in parte in relazione con esso, il tristemente famoso TCPA, le reazioni sono, invece, per lo più sbilanciate verso la crocifissione di quello che viene visto come satana in persona, il mezzo col quale grandi fratelli, dittatori, massoni e corporazioni varie controlleranno ogni aspetto della nostra vita. Quasi come fosse “la soluzione finale” di memoria nazista.
D’altra parte è anche comprensibile che sia così, vista la sistematica campagna denigratoria che in questi anni è stata mossa da alcuni noti personaggi, fieri oppositori di quella che viene considerata la minaccia numero uno alla “libertà”. E’ ben noto che il terrorismo informatico e mediatico fa proseliti e attecchisce molto velocemente giocando sulle paure intrinseche dell’uomo, capaci di scardinare facilmente ciò che la natura ci ha donato per distinguerci dal regno animale: la razionalità.
Una tecnologia può, quindi, essere bella o brutta, buona o cattiva, non per mere questioni intrinseche, ma anche o addirittura soltanto per come ci viene presentata, dall’aura positiva o negativa con cui è stata ammantata da qualcuno che ha avuto l’interesse o l’ingenuità (a volte capita anche questo) di mostrarcela in questa veste.
Basta prendere qualcosa di completamente diverso, come ad esempio internet, e i giudizi risultano diametralmente opposti: è raro trovare qualcuno che remi contro questo mezzo, il quale viene visto come il pilastro fondante della libertà di espressione, nonché strumento che permette di attuare una “vera” forma di democrazia e di libera scelta (sto volutamente esagerando, ma serve a rendere l’idea che circola sul tema). Pertanto ogni attacco nei suoi confronti viene stigmatizzato come il tentativo dei poteri forti di togliere la libertà alla gente.
Non che ce ne fosse bisogno, ma a dimostrazione di quanto un argomento possa essere pesantemente influenzato dal bias individuale, ho realizzato un piccolo esperimento nella sezione “Storia, Politica e Attualità” del nostrano forum, creando un paio di sondaggi allo scopo di evidenziare le posizioni fortemente prevenute che si creano parlando di un argomento piuttosto che un altro, pur essendo stati presentati allo stesso modo (stesse parole, ma leggermente cambiate in base al mezzo in esame).
Per primo ho aperto quello su internet col titolo Internet andrebbe eliminata?, con le seguenti voci:
- Qualunque cosa sia anche soltanto ipoteticamente dannosa andrebbe eliminata
- Prima bisognerebbe verificare che concretamente e realisticamente sia dannosa
- Potrebbe essere sottoposta a limiti per quanto concerne i crimini che si potrebbero commettere
- No, è soltanto un mezzo e non dev’essere soggetta a limitazioni o alla sua eliminazione
e descrizione:
Come da titolo, il sondaggio riguarda internet e la sua eventuale eliminazione.
Perché andrebbe eliminata? Perché non soltanto è potenzialmente in grado di essere usata per commettere crimini, ma… già si verifica tutto ciò: vedi pedofilia, truffe, violazioni della privacy, diffamazione, ecc., e in questa sezione ne sappiamo qualcosa.
E’ tollerabile tutto ciò? A voi la parola.
I risultati, al momento della scrittura di questo articolo, sono stati di 2, 4, 15 e 151 voti, pari rispettivamente all’1, 2, 9 e 88%.
Ho fatto poi passare un po’ di tempo e ne ho poi aperto un altro sul TCPA, col titolo Il TCPA andrebbe eliminato?, con le voci:
- Qualunque cosa sia anche soltanto ipoteticamente dannosa andrebbe eliminata
- Prima bisognerebbe verificare che concretamente e realisticamente sia dannoso
- Potrebbe essere sottoposto a limiti per le violazioni alla libertà che si potrebbero commettere
- No, è soltanto un mezzo e non dev’essere soggetto a limitazioni o alla sua eliminazione
e descrizione:
Come da titolo, il sondaggio riguarda il “famigerato” TCPA e la sua eventuale eliminazione.
Perché andrebbe eliminato? Perché non soltanto è potenzialmente in grado di essere usato per violare la libertà, ma… già si verifica tutto ciò: vedi gli ultimi notebook Fujitsu a cui si può comandarne da remoto di cancellare tutti i dati e rimanere inutilizzabili, e in questa sezione ne abbiamo già parlato e ne sappiamo qualcosa.
E’ tollerabile tutto ciò? A voi la parola.
I risultati, al momento della scrittura di questo articolo, sono stati di 24, 8, 8 e 5 voti, pari rispettivamente al 53, 18, 18 e 11%.
A parte i numeri, la cosa che più salta agli occhi riguarda le scelte fatte dagli utenti (i sondaggi erano pubblici), che risultano diametralmente opposte o comunque ben distanti. Risulta, insomma, scarsa coerenza, ma anche questo fa parte della natura umana.
La percezione gioca, quindi, un ruolo molto importante, a volte anche fondamentale, nel giudizio che si forma nei confronti di un argomento, tecnologia inclusa. Il che non è necessariamente un male, ma bisogna anche dare il giusto peso alle cose, valutare opportunamente il concetto di mezzo e le funzionalità che offre e, soprattutto, contestualizzarlo alla luce della realtà in cui viviamo.
Soprattutto dovremmo ricordarci che un mezzo di per sé non ha “colpe”: dipende da come viene usato, ed eventuali responsabilità dovrebbero ricadere sui suoi utilizzatori. Internet è un mezzo, sebbene venga usato per commettere crimini; il TCPA è anch’esso un mezzo, e può essere usato per limitare la libertà altrui. In entrambi i casi il colpevole non può certo essere il mezzo: in carcere non ci finisce di certo il coltello da cucina, ma chi l’ha usato per ammazzare qualcuno…
Non è nemmeno sensato un approccio rigidamente preventivo, vietando a prescindere qualcosa soltanto per gli eventuali cattivi usi che se ne potrebbero fare: dovremmo, infatti, vietare i coltelli da cucina, perché potrebbero essere usati non per affettare gli alimenti, ma un essere umano.
Dovremmo vietare esperimenti come quello dell’LHC (Large Hadron Collider), con sommo dispiacere della nostra Eleonora, soltanto perché esisterebbe (uso il condizionale onde evitare attentati dalla nostra fisica, che ci ha già informati sull’argomento) una remotissima possibilità che, dallo scontro fra protoni accelerati a una velocità prossima a quella della luce, possa formarsi un mini buco nero che, sempre ipoteticamente, potrebbe cominciare a inghiottire la materia della nostra Terra fino distruggere il nostro pianeta.
I rischi possono esserci per qualunque cosa, ma vanno ponderati e messi in relazione con la realtà e quest’ultima, nel caso del TCPA (ma non solo), ci ricorda che viviamo in uno stato di diritto, per cui tutte le società sono tenute a uniformarsi e sottostare alle leggi dei singoli paesi al mondo.
Senza contare, infine, che oltre ai rischi andrebbero valutati anche i benefici che le tecnologie si portano dietro. Benefici che, però, nulla possono davanti allo spauracchio dei rischi: il terrore, giustificato o meno, è in grado di annichilire qualunque elemento positivo.
Da tutto ciò è nata una mia frase, che ho riportato nel thread del sondaggio del TCPA, che riassume un po’ lo spirito con cui ci si dovrebbe approcciare a certi problemi:
“Il complottismo NON è il profumo della vita”
Su TCPA, chip Fritz, Palladium, NGSCB, ecc. molto s’è detto in questi anni e non ho intenzione di aggiungere altro. Mi limito soltanto a segnalare un vecchio thread in cui l’argomento è stato sviscerato in molti dei suoi aspetti, (molto) tecnici e non, e il più recente da cui è scaturita l’idea dell’esperimento:
Palladium, TCPA, problemi reali o ipotetici?
Blizzard: Il DRM è una battaglia persa
A entrambi ho partecipato attivamente e potete trovare la mia opinione (che è già nota) e le mie osservazioni. Buona lettura.