Il tour della Sardegna con un’auto alimentata ad olio di frittura

Non si tratta di un titolo ad effetto, Matteo Peracchio e Mattia Sanna hanno da poco completato il tour della Sardegna su una Punto 1.7 TD diesel del ’96, alimentata con olio di frittura. I due giovani hanno percorso il perimetro dell’isola, ma invece di fermarsi presso i normali distributori di benzina si sono riforniti presso friggitorie altre attività ben felici di cedere quello che per loro è uno scarto: l’olio esausto.

eco tour

Quest’olio, opportunamente filtrato è finito nel motore della Punto che, a quanto pare, lo ha bruciato traendone l’energia necessaria per muovere il veicolo senza inquinare. È il sogno o il miraggio, a seconda di quanto si vuole essere ottimisti, del bio-diesel.

Secondo quanto hanno raccontato i due protagonisti dell’eco2tour, alcune multinazionali del petrolio si sarebbero già fatte avanti per protestare la dannosità del bio-diesel nei confronti del motore. I due hanno fatto notare come sia singolare che un simile appunto arrivi da compagnie petrolifere e non dalle case costruttrici delle automobili, che sarebbero più qualificate per dire cosa è dannoso e cosa non lo è per i motori che loro stessi costruiscono.

Io non sono in grado di stabilire se il bio-diesel sia una valida alternativa ai combustibili derivati dal petrolio, e qui su AD si è già parlato in maniera piuttosto critica dei biocombustibili (anche qui), ma così ad occhio e croce sento di poter dire che si sta facendo troppo poco per cercare delle fonti di energia alternative.

Quello che è certo, è che non si potrà continuare ad estrarre petrolio all’infinito: prima o poi una diversa soluzione dovrà essere scoperta ed adottata. Possibile che nessuna di quelle compagnie ambisca ad essere la prima, a battere la concorrenza e beneficiare anche del merito di aver dato un’alternativa eco-compatibile al petrolio?

Markingegno

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