Negli USA alcuni ricercatori dell’università di Berkeley in California stanno ponendo le basi per la lettura del pensiero.
Utilizzando la risonanza magnetica per captare e registrare l’attività del cervello, i ricercatori registrano e analizzano le risposte mentali agli stimoli visivi.
Mentre viene mostrata ad una persona una lunga serie di fotografie rappresentanti persone, animali, paesaggi e oggetti comuni nella nostra vita quotidiana, viene registrata l’attività cerebrale.
Con i dati raccolti, un software, appositamente realizzato, crea delle correlazioni tra l’immagine guardata e le reazioni della persona monitorata, per poter infine definire un modello che predice l’attività mentale dell’individuo, in base agli stimoli visivi a cui sarà soggetto.
Lo scanner mentale avrà tra le prime applicazioni lo studio dell’attenzione umana nei confronti degli stimoli visivi, ad esempio per capire cosa attrae maggiormente il nostro sguardo in mezzo ad uno scenario caotico e perché.
A loro volta studi di questo tipo permetteranno di sviluppare sia tecniche e tecnologie di mimetismo (ricerca militare) che tecniche di advertising, su web, carta stampata e cartelloni, dai quali il nostri occhi non potranno più scappare.
Senza bisogno di questo scanner cerebrale, ad oggi ricerche nel settore pubblicitario hanno mostrato che la nostra mente si abitua in fretta alle incursioni pubblicitarie nel nostro campo visivo, e impara ad evitarle, saltando immediatamente con gli occhi all’area visiva che più ci interessa. Per questo gli studi nel ramo della pubblicità sono sempre in fermento, con lo scopo di trovare la nostra mente impreparata, e da oggi avranno un valido alleato.
Lo scanner attualmente si occupa soltanto di quell’area della corteccia cerebrale che si occupa della formazione dell’immagine all’interno della mente. Nel tempo, la ricerca sarà estesa ad un’area via via più vasta, e con l’aiuto di tecnologie che permetteranno scansioni ad alta risoluzione, si potranno studiare in maniera approfondita anche le dinamiche di gravi malattie ancora poco conosciute dalla medicina, come il Parkinson e l’Alzheimer.
John-Dylan Haynes, neurologo che partecipa al progetto, però mette in chiaro le cose: il sogno della squadra che sta portando avanti la ricerca è leggere il pensiero.