Il web consente oggi a tutti di diventare da semplici spettatori passivi a produttori attivi di contenuti e creatività. È un concetto che ormai sentiamo riptere spesso e che talvolta fa fatica ad affermarsi e ad essere compreso nel pieno del suo potenziale.
Quando si pensa ad user generated content viene subito in mente il commento al blog o il video senza senso su YouTube. In realtà le moderne tecnologie consentono oggi l’emersione di vere e proprie professionalità e talenti, che prima sarebbero rimasti sconosciuti.
BootB è una società americana fondata da un Italiano che cerca di realizzare “democrazia” e “meritocrazia” nel campo della creatività pubblicitaria. Oggi quando un brand vuole una campagna pubblicitaria, si rivolge ad un certo numero di agenzie e sceglie quella con l’idea migliore.
BootB, invece, consente all’azienda di depositare il proprio brief, budget e deadline sul sito lasciando aperta la possibilità a chiunque di inviare la propria proposta. Il committente è all’oscuro dell’identità dei soggetti che inviano le proposte, sceglie quindi esclusivamente sulla base della bontà dell’idea e non del nome di chi l’ha creata.
Una volta scelto il vincitore l’azienda ne conosce il nome, questi riceve il 98% del budget e il restante 2% va a BootB come commissione.
Inutile dire che questo sistema è davvero strepitoso perché consente alla “long tail” di emergere davvero, essendo tutti i soggetti messi sullo stesso piano. In questo modo il ragazzino che vive nelle periferie di Kuala Lumpur ha la stessa visibilità di una nota agenzia a New York.
Nei fatti quanto da me appena accennato è successo, molti singoli che vivono in paesi in via di sviluppo hanno vinto battendo note agenzie, anche se la maggioranza dei vincitori continuano ad essere, per ovvi motivi, le agenzie e i creativi più noti.
BootB resta comunque un segnale molto positivo e la dimostrazione concreta che internet può davvero essere utile per portare parità e meritocrazia in tutto il mondo. Basta volerlo.