In questi giorni si è svolta a San Diego, CA la conferenza ETech , organizzata da O’Reilly, che mira a fare il punto della situazione sulle nuove tecnologie emergenti che, forse, saranno di massa un domani.
A questa conferenza è stato presentato un ambizioso ed interessante progetto, tutto italiano, chiamato OpenSpime . Si tratta di un originale approccio che tenta di rendere facile ed accessibile a tutti la c.d. “augmented reality”.
Come noto, uno dei prossimi sviluppi della tecnologia sarà quello della “augmented reality” o “Internet of things”. Ad essere connessi grazie alla rete non saranno più solo le persone, ma anche e soprattutto gli oggetti, capaci di comunicare tra loro e con noi umani.
Questo scenario porta con sé tante sfide. Innanzitutto una sfida tecnica che riguarda il capire come tecnicamente realizzare queste connessioni e come renderle economiche, in modo da essere applicabili anche ad oggetti dal ridotto costo. In secondo luogo c’è una sfida che riguarda l’architettura delle informazioni, ovvero il modo in cui tutti questi dati vengono raccolti ed elaborati.
OpenSpime è proprio questo. L’obiettivo è quello di raccogliere dati provenienti dispositivi RFID e convogliarli ad un server, che salva i dati, li elabora e ne estrae informazioni. Grazie alle API di OpenSpime gli utenti sono in grado di creare mash-up, manipolare come meglio credono i dati ed effettuare flessibili ricerche tra questi contenuti.
L’applicazione pratica portata all’ETech di OpenSpime, che è solo una delle possibili, è stata quella di dispositivi capaci di rilevare i livelli di CO2 nell’ambiente i cui dati vengono visualizzati su una mappa Google Maps. In tempo reale è quindi possibile individuare i luoghi più “virtuosi” e quelli, invece, più ricchi di fonti inquinanti.
Le applicazioni di questo sistema, come è facile intuire, possono essere davvero sconfinate. Il fatto che a portare avanti questo ambizioso progetto (e concetto) sia un’azienda italiana è elemento di orgoglio e vanto per il nostro Paese.