La Cina oltre ad avere la bellissima Grande Muraglia ha ormai da anni anche un’ottimo “Grande Firewall”, che consente da tempo allo Stato di monitorare in modo estremamente preciso il traffico dati dalla e verso la Cina.
È curioso rilevare che un insieme di fattori rende questi blocchi contemporaneamente facili e difficili da eludere, di fatto soffocando la popolazione e favorendo la disinformazione che il regime impone. È errato ritenere che internet si libero ovunque e dappertutto porti un affidabile strumento di lotta contro le dittature: purtroppo non è così.
È infatti facile bypassare i blocchi impostati dal regime liberticida semplicemente usando un proxy. Molti siti ritenuti “offensivi” vengono bloccati e non sono più raggiungibili dalla Cina. Tuttavia è sufficiente connettersi ad un server fuori dalla Cina e, da questo, navigare liberamente il web, inclusi i siti bannati.
In realtà la Cina è connessa al resto della rete internet con pochi cavi in fibra ottica, che possono essere molto facilmente controllati. Grazie all’aiuto della multinazionale Cisco, infatti, il Governo Cinese ha installato un enorme quantità di router capaci di monitorare tutto il flusso di dati in ingresso ed in uscita da questi “pochi” cavi che collegano la Cina al resto del mondo.
In altre parole, è facile riuscire a vedere un sito proibito, usando un proxy, ma ci si espone al grosso rischio di poter essere “beccati” dal Governo.
Un sistema congegnato in questo modo rende davvero molto facile effettuare il “mirroring” delle connessioni “sospette”, analizzarne in tempo reale il contenuto e prendere i “provvedimenti” del caso: oscuramento del sito o prigione ad oltranza sono solo due delle tante possibilità.
È un sistema estremamente semplice ed anche tragicamente efficace che, per ora, riesce molto bene a controllare la rete internet nazionale. Col progresso delle tecnologie e con l’aumento delle connessioni, nei prossimi anni sarà difficile mantenere questo livello di “efficienza”, ma per ora la situazione è questa.