Miti da sfatare o il mondo si è rivoltato…una ricerca contro-corrente.
Quando si parla di riscaldamento globale l’Europa è sempre al centro dell’attenzione perché, mentre alcune parti del globo hanno risentito in maniera minima di questo fenomeno negli ultimi 20 anni, l’Europa è stata teatro di un rapido incremento della temperatura che è arrivato a raggiungere un grado centigrado completo.
Un nuovo rivoluzionario studio mostra che questo riscaldamento continentale non è da collegarsi al riscaldamento globale ma, incredibilmente, alla diminuzione dell’inquinamento atmosferico a seguito delle leggi per l’ambiente.
L’aria pulita infatti (a differenza di quella inquinata) contiene una quantità inferiore di piccole particelle chiamate “aerosols”, le quali tendono a bloccare la luce del sole indirizzata verso la terra. La riduzione delle “aerosols” conduce verso un effetto conosciuto come “solar brightening” che è causa dell’aumento della temperatura della superficie terrestre.
La ricerca è stata condotta da un team di 13 scienziati capitanati da Christian Ruckstuhl dell’ Institute for Atmospheric and Climate Science, a Zurigo, Svizzera; misurando una caratteristica atmosferica conosciuta come “optical depth”, i ricercatori hanno riscontrato che il fenomeno di “solar brightening” è effettivamente avvenuto, causando un aumento del calore della superficie pari a 1 watt per metro quadrato. Circa 360.000 megawatts per la sola Germania.
Le misurazioni sono state condotte in una serie di siti dislocati tra Germania e Svizzera. In un periodo di 20 anni, dal 1986 al 2006, è stato accertato un declino di circa il 60% delle atmosferiche “aerosols”. Gli scienziati attribuiscono questo drastico fenomeno alla riduzione di diossido di zolfo e particolato carbonioso (conosciuto anche come fuliggine o nero fumo), massicciamente presenti tra gli anni ’70 e primi ’80 grazie ai motori diesel e alle centrali a carbone.
Le leggi europee, impongono carburanti ULS (a basso contenuto di zolfo) e scrubber systems (lavaggio dei fumi) per centrali a carbone, norme che risulatano fatali per le piccole “aerosols”. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un rapido riscaldamento della temperatura della superficie terrestre.
Durante le analisi, il team svizzero ha dovuto eliminare gli anni compresi tra il 1991 e il 1994 a causa dell’eruzione del Monte Pinatubo nelle Filippine, evento naturale che ha aumentato enormemente la concentrazione di “aerosols” in tutta Europa, arrivando a registrarne quasi il doppio della quantità in alcune zone.
Pare quindi che dobbiamo riabilitare il nero carbone e i vecchi motori diesel…magari un bel trattore puzzolente degli anni ’80 ci aiuterà a risistemare le condizioni climatiche globali.
La ricerca è apparsa nell’edizione del 26 giugno della rivista Geophysical Research Letters.